Kamala Harris a un comizio ad Atlanta
Internazionale

Harris attacca Trump: “E’ un fascista”

Kamala Harris a un comizio ad Atlanta (Georgia) – Jacquelyn Martin /Ap

Stati uniti La vicepresidente cita l'ex capo dello staff ed ex segretario alla sicurezza del tycoon che ha dichiarato esplicitamente che l'ex presidente può essere definito come un fascista, che governerebbe come un dittatore se potesse ed è privo di qualsiasi senso di comprensione per la Costituzione o il rispetto della legge

Pubblicato 4 giorni faEdizione del 25 ottobre 2024

Durante una town hall trasmessa dalla Cnn e moderata da Anderson Cooper, la candidata democratica alla Casa Bianca Kamala Harris, per due volte ha dichiarato che, a suo parere Donald Trump è “un fascista”.

Rispondendo alle domande che le venivano rivolte dagli elettori, Harris ha detto che gli americani meritano un presidente che mantenga “certi standard” che includono “certamente non paragonarsi, in modo chiaramente ammirativo a Hitler”.

“Credo sia un pericolo per il benessere e la sicurezza degli Stati Uniti d’America. Credo che che quando hai uno che ha detto ai suoi generali che li vorrebbe più simili a quelli di Hitler, andiamo…”, ha detto Harris, rincarando la dose: “Lui ha ammirato i dittatori, il suo staff ha detto che è un fascista, andate online e cercate cosa ha detto il suo ex capo dello staff John Kelly”.

In effetti in questi giorni il termine fascista è stato usato più volte per riferirsi al tycoon, anche (e soprattutto) dall’ex generale ed ex capo dello staff di Trump alla Casa Bianca Kelly che, in un’intervista al New York Times, ha affermato che Trump “rientra certamente nella definizione generale di fascista”.

Questa dichiarazione arrivata da un suo ex collaboratore, ha stimolato una conversazione sulla questione se Trump debba essere definito come tale.

Prima della town hall Harris aveva tenuto un discorso per rispondere alle osservazioni di Kelly, sostenendo che Trump è diventato più instabile, vuole un potere incontrollato e anche in quell’occasione ha citato l’ex generale per definire Trump come fascista.

“Guardando la definizione di fascismo: è un’ideologia politica autoritaria di estrema destra, ultranazionalista e un movimento caratterizzato da un leader dittatoriale, autocrazia centralizzata, militarismo, soppressione forzata dell’opposizione, fede in una gerarchia sociale naturale. Quindi certamente, nella mia esperienza, questi sono i tipi di cose che Trump pensa funzionerebbero meglio per la gestione dell’America. Certamente l’ex presidente è nell’area di estrema destra, è certamente un autoritario, ammira le persone che sono dittatori – l’ha detto. Quindi certamente rientra nella definizione generale di fascista, di sicuro”John Kelly, ex generale dei Marines, ex capo dello staff ed ex segretario alla sicurezza di Donald Trump

L’incontro con gli elettori è andato in onda nella sera in cui sarebbe dovuto esserci un secondo dibattito tra i due candidati alla presidenza, a cui Trump si è sottratto, e la vicepresidente ha colto l’occasione per presentare al pubblico un lato più personale di sé, e si è ritrovata a rispondere a domande sulla sua fede o su come gestisce il dolore e il lutto.

Quando Cooper le ha chiesto di identificare un errore che ha commesso in passato, Harris ha ammesso di averne commessi molti: “Nel mio ruolo di vicepresidente – ha detto – penso di aver probabilmente lavorato molto duramente per assicurarmi di avere una buona conoscenza delle questioni e penso che sia molto importante, penso sia un errore non conoscere bene una questione”.

Harris ha anche risposto alle domande di Cooper su una varietà di argomenti tra cui l’economia e l’immigrazione. Il giornalista della Cnn ha chiesto alla candidata democratica se, secondo lei, l’amministrazione Biden avrebbe dovuto emettere prima l’ordine esecutivo che limitava l’asilo al confine meridionale degli Stati Uniti per frenare l’afflusso di migranti. “Penso che abbiamo fatto la cosa giusta”, ha detto Harris, aggiungendo che la “cosa migliore” sarebbe un lavoro bipartisan sulla riforma dell’immigrazione da parte del Congresso.

Per questo tipo di domande dirette e scomode la vicepresidente ha fatto affidamento in gran parte sui suoi tipici punti di discussione, come quando si sono affrontate questioni come la guerra Israele-Hamas a Gaza, l’immigrazione, l’economia e come avrebbe guidato il Paese in modo diverso rispetto al presidente Biden, mantenendosi in zona sicura.

Ed è proprio questo che le ha rimproverato l’ex consigliere di Obama David Axelrod, a fine town hall, affermando che quando Harris non risponde “fa un’insalata di parole, come è successo su Israele e l’immigrazione”.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento