Due giornalisti uccisi in un agguato e almeno venti aggressioni contro gli operatori dell’informazione. Questo il bilancio degli ultimi dieci giorni di campagna elettorale in Guatemala. Come spiegano dalla Red rompe el miedo Guatemala, che ha attivato un programma di monitoraggio proprio per difendere i giornalisti durante le elezioni, quella appena terminata è stata una campagna elettorale «violenta, che ha messo a rischio la vita degli operatori dell’informazione soprattutto lontano dalla capitale, in zone che ormai da anni rischiano di diventare, giorno dopo giorno, zone del silenzio».

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Le due vittime, Edin Alonso y Hugo Gutiérrez , giornalisti della pagina Facebook Noticias Caballo Blanco, sono stati freddati a colpi di pistola da due sicari mentre si trovavano a bordo di una motocicletta la notte dell’11 agosto nella provincia di Retalhuleu, a 200 chilometri dalla capitale Guatemala City. Le indagini sono ancora ferme a quanto emerso dai primi rilievi: dopo dieci giorni nessun colpevole, nessun movente, nessuna pista concreta per gli inquirenti.

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Nelle ore successive la Red ha documentato decine di casi di giornalisti ai quali è stato impedito di svolgere il proprio lavoro: ad alcuni è stato vietato con la forza di avvicinarsi ai seggi, ad altri di raccontare le fasi dello spoglio, mentre almeno dieci sono stati aggrediti durante gli ultimi comizi o nelle fasi del voto. Nulla di inaspettato: non a caso la Red rompe el miedo già in vista del primo turno dello scorso 25 giugno aveva addirittura stilato un vademecum per gli operatori dell’informazione chiamati a seguire sul posto le elezioni e aperto una linea telefonica per dare assistenza h24 ai colleghi in difficoltà.