Germania, 212 miliardi di euro per il Fondo speciale per il Clima
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Germania, 212 miliardi di euro per il Fondo speciale per il Clima

Berlino Oltre il doppio del clamoroso mega-stanziamento per il rinnovo delle forze armate
Pubblicato circa un anno faEdizione del 11 agosto 2023

Ci sono voluti mesi di discussioni frontali all’interno della coalizione Semaforo, ma ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha finalmente trovato la quadra (e soprattutto i soldi) per avviare la svolta energetica. Sul piatto del governo federale la cifra-monstre di 212 miliardi di euro a copertura del nuovo Fondo speciale per il Clima (Ktf) che avrà validità dal prossimo gennaio fino al 2027.

Sono oltre il doppio del clamoroso mega-stanziamento per il rinnovo delle forze armate e anche l’ennesimo capitolo di spesa fuori dal tetto massimo imposto dall’Austerity del “falco” delle Finanze, Christian Lindner. «Stiamo gettando le basi affinché decarbonizzazione e digitalizzazione offrano solide opportunità per la Germania» sintetizza il ministro leader dei liberale. Politicamente ha dovuto ingoiare più di un rospo, a partire dall’aumento del costo della Co2 (dagli attuali 30 euro a tonnellata a 65 entro il 2026) destinato a rincarare il prezzo del riscaldamento quanto la spesa dal benzinaio.

Ora la palla passa al Bundestag. Al termine della pausa estiva è previsto il dibattito parlamentare sul Ktf incentrato sui tempi della svolta che si annuncia stretta oltre che radicale. Anche se il vero nodo sarà il “trucco” contabile usato da Scholz per rimpinguare il Ktf: 60 miliardi provengono dal vecchio fondo pandemia, come ha sottolineato l’opposizione della Cdu minacciando di ricorrere alla Corte costituzionale.

Il piano del ministro dell’Economia, Robert Habeck, inizia con la conversione ad alta efficienza energetica di tutti gli edifici pubblici (costo: 19 miliardi solo nel 2024), ristrutturazione totale dei vecchi manufatti (13 miliardi) e finanziamento delle nuove costruzioni ecologicamente sostenibili (2 miliardi). Ai proprietari il governo rimborserà circa il 70% delle spese per l’installazione di impianti di riscaldamento a misura di ambiente.

Si aggiunge al capitolo della mobilità verde con quasi 5 miliardi per l’elettrificazione del parco auto, da sommare a circa altrettanti destinati a ricerca e sviluppo del motore a idrogeno.  A beneficiare non poco del Ktf saranno anche le ferrovie statali, da sempre primo cardine della svolta dei trasporti. A Deutsche Bahn verranno assegnati 13 miliardi di euro nei prossimi quattro anni: tutti prelevati dal contemporaneo aumento del pedaggio stradale per i Tir.

Spiccano inoltre – non fosse che per la rilevanza geopolitica – 10 miliardi girati al sempre più nevralgico settore dei microchip prodotti in Germania dalle fabbriche di proprietà americana (Intel) e taiwanese (Tsmc).

A storcere il naso sul nuovo Ktf è principalmente la confindustria. Dal quotidiano di riferimento piovono critiche per l’impatto sulle medie imprese, confermate dai malumori nella Germania-Est secondo cui a rischio non sarebbero solo le piccole aziende ma anche colossi come la raffineria “Pck” nel Brandeburgo appena nazionalizzata per sostituire la gestione russa. «La trasformazione energetica per noi è solo uno slogan politico.

Il governo non ci ha consultati e ora ci ignora» protesta Siegmund Bäsler, presidente dell’Assoimprese della zona dell’Uckermark, al confine con la Polonia. Ma si fanno sentire anche i grandi energivori del settore chimico e le vetrerie: più o meno lo stesso comparto che denunciava la «affrettata uscita dal nucleare» in piena crisi di approvvigionamento.

Otto mesi dopo la chiusura dell’ultima centrale, nel silenzio pressoché generale, emerge la ragione del governo Scholz: nonostante il phase-out atomico oggi la Germania brucia meno carbone e gas, mentre il prezzo dell’elettricità è allo stesso livello di prima dell’invasione dell’Ucraina. Merito delle rinnovabili che il mese scorso hanno coperto il 64% del consumo nazionale di elettricità. «Ciò ha portato a prezzi molto bassi, talvolta addirittura negativi» conferma la tv pubblica della Baviera.

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