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Francia, lo scontro si sposta al centro dell’arena politica

Francia, lo scontro si sposta al centro dell’arena politicaLa prima ministra Elisabeth Borne e il presidente Emmanuel Macron all'unità anti-crisi dopo l'esplosione dei tumulti – Yves Herman/Pool via AP

Radical choc Il governo tratta la France Insoumise come i fascisti: siete fuori dal «campo repubblicano». Mélenchon aveva detto che compito di un politico non è fare appelli alla calma ma arrivarci

Pubblicato più di un anno faEdizione del 5 luglio 2023

A otto giorni dall’omicidio del 17enne Nahel, ucciso da un poliziotto a Nanterre, la situazione nei quartieri popolari francesi si sta calmando giorno dopo giorno. Esattamente il contrario di quanto sta accadendo nell’arena politica.

L’area del macronismo ha speso le ultime 48 ore a lanciare strali contro la France Insoumise, cercando di scavare un fossato tra il partito fondato da Jean-Luc Mélenchon e gli alleati con cui forma la Nupes.

IN UNA RIUNIONE coi parlamentari della maggioranza che sostiene Emmanuel Macron, la prima ministra Élisabeth Borne ha detto ieri che «la France Insoumise non è più nel campo repubblicano». Concetto ribadito qualche minuto dopo in mezzo all’emiciclo, all’indirizzo della capogruppo insoumise Mathilde Panot: «Quando i vostri deputati rigettano ogni appello alla calma, voi uscite dal campo repubblicano!», ha detto Borne. Il riferimento è al rifiuto di Mélenchon e dei suoi di sposare il coro unanime degli «appelli alla calma» che nei giorni scorsi ha accompagnato le dichiarazioni dei politici.

«La questione per un uomo politico – aveva detto Mélenchon lunedì, intervistato in Tv – non è di fare appello alla calma… ma di arrivare alla calma». Per farlo, gli insoumis hanno presentato una serie di misure tra le quali spiccano l’abolizione della Bac – una branca della polizia particolarmente violenta -, l’abrogazione della legge sulla legittima difesa dei poliziotti approvata dalla presidenza Hollande nel 2017, la creazione di un comitato «Verità e giustizia» sulle violenze della polizia e un «piano di investimenti» nei «quartieri popolari».

POSIZIONI IN NETTA controtendenza rispetto al resto della politica francese, che hanno provocato qualche malumore tra gli alleati socialisti e comunisti in seno alla Nupes e attirato la furia di Élisabeth Borne.

L’espressione utilizzata da quest’ultima non è casuale, ma presenta un importante slittamento semantico. In Francia «fronte repubblicano» ha un senso preciso: la prassi per cui ai ballottaggi tutti i partiti, piuttosto che far eleggere un candidato dell’estrema destra, invitano a votare qualunque altro candidato che non sia del Rassemblement National. Una prassi entrata in crisi nelle ultime legislative, nel 2022, durante le quali una serie di candidati macronisti hanno rifiutato di invitare a votare l’opposizione quando ad affrontare il candidato di Le Pen era un membro della Nupes.

DA ALLORA LE ESPRESSIONI «arco» o «campo» repubblicano sono divenute un mantra per il governo. Stavolta, però, sono utilizzate per designare i partiti moderati, escludendo tanto l’estrema destra che la sinistra a trazione insoumise. Tra questi due poli la macronie ama tracciare un segno equivalente: «la peste e il colera», come ha detto il ministro degli interni Gérald Darmanin a marzo. Secondo il ministro, estrema destra e insoumis «condividono la medesima idea di mettere fine a quello che noi chiamiamo consenso democratico».

Quella del governo è una strategia politica inquietante alla luce del ciclo di violenze di estrema destra che ha colpito il paese. Durante il weekend, infatti, delle vere e proprie milizie neofasciste hanno percorso le strade di alcune città francesi (Lorient, Angers, Chambéry, Lione), con l’obiettivo di colpire e catturare i giovanissimi protagonisti degli scontri e dei saccheggi di questi giorni. Ripresi da numerosi video circolati su internet, i fascisti hanno spesso e volentieri agito con la copertura della polizia: «Li abbiamo lasciati fare perché ci aiutavano», ha detto un poliziotto a Le Télégramme, il giornale locale della cittadina bretone di Lorient.

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