L’omicidio di Nahel, l’adolescente di 17 anni ammazzato a colpi di pistola da un poliziotto francese a Nanterre, nella periferia di Parigi, è l’ultimo di un’inquietante serie di casi simili tra di loro, in preoccupante aumento in Francia sin dal 2017 e tutti relativi al refus d’obtempérer, ovvero quando una persona al volante rifiuta di fermarsi durante un controllo della polizia.

Secondo i dati del giornale indipendente francese Basta!, infatti, dal 2017 a oggi il numero delle persone uccise a colpi d’arma da fuoco da un poliziotto, durante o in seguito a un refus d’obtempérer, è aumentato in maniera drammatica: almeno 26 vittime in sei anni (2017-2023), contro 17 nei quindici anni precedenti (2002-2017). Nel solo 2022, 13 persone hanno perso la vita in questo modo.

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Non è un caso che sia proprio durante il 2017 che si è cominciato a registrare un aumento vertiginoso di questo tipo di eventi. All’inizio di quell’anno, sotto la pressione esercitata dai sindacati di polizia, la presidenza socialista di François Hollande ha approvato un alleggerimento delle norme che inquadrano la «legittima difesa» dei funzionari di polizia e l’impiego delle armi d’ordinanza.

La nuova legislazione ha esteso il perimetro legale dell’utilizzo delle armi da fuoco da parte degli agenti, avendo un effetto particolarmente pronunciato proprio sugli episodi di refus d’obtempérer. Con un linguaggio volutamente ambiguo, la legge ha autorizzato i poliziotti «a fare utilizzo delle proprie armi» qualora non ci fossero altri modi per «immobilizzare» dei veicoli che rifiutano di fermarsi ai controlli e che «sono suscettibili di perpetrare, nella loro fuga, danni alla propria vita a quella altrui».

Una legge che «permette ai poliziotti di sparare su dei cittadini anche quando questi ultimi non rappresentano una minaccia grave e immediata», secondo uno studio statistico pubblicato alla fine dell’anno scorso dai ricercatori Sebastien Roché (Cnrs), Paul le Derff (Università di Lilla) e Simon Varaine (Università di Grenoble). I tre esperti hanno analizzato i cambiamenti prodotti dalla riforma del 2017, concludendo che gli spari sui conducenti in questo tipo di casi sono diventati «più frequenti proprio a partire dalla legge del febbraio 2017».

Negli ultimi sei anni, sono aumentati anche gli spari contro «veicoli in movimento», secondo le cifre fornite dall’amministrazione della polizia francese. Da una media di 119 spari all’anno tra il 2012 e il 2016, si è passati a una media di 165 spari tra il 2017 e il 2021, con un picco di 202 episodi proprio nel 2017.