Le lotte del passato per illuminare le lotte del presente. È iniziata ieri la lunga sequenza di commemorazione degli 80 anni dello Sbarco in Normandia, sei cerimonie in tre giorni, le ultime probabilmente in una data decennale con la presenza di reduci venuti dal nord America. Emmanuel Macron, che stasera darà un’intervista praticamente a reti unificate, ieri era in Bretagna a Plumelec, dove erano state paracadutate le prime truppe francesi, poi in Normandia a Saint-Lô, la “capitale delle rovine” bombardata a più dell’80% il 6 giugno per favorire il débarquement del D-Day, per ricordare le vittime civili.

In mattinata, è arrivato in Francia Joe Biden, che dopo le cerimonie concluderà il lungo soggiorno in Francia con una visita di stato fino al 9 giugno. Oggi, nel principale momento di ricordo a Omaha Beach, con la cerimonia internazionale, ci sarà una ventina di capi di stato e di governo: Charles III, Sergio Mattarella, Olaf Scholz e Volodymyr Zelensky, che domani è invitato all’Assemblée nationale, al Quai d’Orsay e all’Eliseo. La Russia non è stata invitata, a causa dell’aggressione all’Ucraina, mentre nel 2014 Putin era presente (malgrado avesse già annesso la Crimea).

Le opposizioni criticano fortemente questi interventi del presidente, che l’Arcom (l’Agenzia di controllo dei media) conteggerà a carico del tempo di parola della lista Renaissance di Valérie Hayer, quando Macron farà riferimento alle elezioni europee. La più virulenta è l’estrema destra, Marine Le Pen accusa Macron di «manipolare l’opinione pubblica» invitando a una visita di stato Zelensky, per «strumentalizzare fino alla nausea» la guerra in Ucraina. Per Manon Aubry, capo-lista della France Insoumise, Macron «strumentalizza» il D-Day e la guerra in Ucraina «a fini elettorali».

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Secondo il capo-lista dei Républicains, François-Xavier Bellamy, Macron «si serve dell’Ucraina per cercare di falsare il dibattito» elettorale, quando i sondaggi prevedono un crollo della lista Renaissance. Per Raphaël Glucksmann del Ps, Macron e il governo Attal sono colpevoli di «un tentativo permanente di sequestro delle elezioni», come già nel dibattito tv tra il primo ministro Gabriel Attal e Jordan Bardella, che ha concentrato la battaglia del potere contro l’estrema destra, escludendo gli altri contendenti.

L’Eliseo non scende nella polemica e ricorda: «Continueremo a onorare tutte le memorie di coloro che hanno contribuito alla nostra liberazione». Macron sottolinea che l’irruzione dell’estrema destra porta «conseguenze, ma la gente non se ne rende conto» e si dice certo che la «gioventù di oggi è pronta agli stessi sacrifici dei giovani di allora».

L’invio di istruttori militari in Ucraina, che è stato evocato come possibilità dalla Francia, sarà affrontato sia nei colloqui con Zelensky, sia in quelli con Biden, che resta molto prudente. Dodici paesi Ue hanno chiesto ieri al Belgio, che presiede il Consiglio Ue, di organizzare entro fine mese la conferenza intergovernativa dei 27 con l’Ucraina, in vista dell’adesione di Kyiv all’Unione, cioè prima del passaggio della presidenza all’Ungheria, paese particolarmente ostile a questo allargamento.