Non bastano i paracadutisti della folgore che planano sul campo di golf di Borgo Egnazia con le bandiere dei 7 poco prima del tramonto, con i 7 grandi tutti a testa in su, per nascondere il gelo diplomatico Italia-Francia che sta segnando il vertice di Puglia. Accompagnati i leader sulle macchinette da golf che li riportano al resort a 5 stelle, Meloni parla dal palchetto in mezzo al prato verde smeraldo per dire quanto è «soddisfatta», per narrare la «compattezza e l’unità» dei grandi su vari temi, dall’Ucraina al Medio Oriente. Meloni è raggiante, la splendida cornice, come si usa dire, aiuta a dare l’idea di un successo italiano.

Concetto che viene raccomandato ai cronisti: «Un po’ di orgoglio patriottico, stiamo facendo una gran bella figura». Poco dopo, però, a sorpresa, Macron indice una conferenza stampa nella hall del golf, circondato da decine di cronisti di tutto il mondo. Quasi un comizio in cui difende a spada tratta la sua decisione di andare al voto anticipato. E rivela lo scontro che c’è stato per tutta la settimana, prima tra gli sherpa e poi tra i leader, sull’aborto. «Mi dispiace», dice il presidente francese, che quella parola non sia nel documento finale del G7. «Conoscete la posizione della Francia che ha inserito il diritto all’aborto nella Costituzione. Non è la stessa sensibilità che c’è nel vostro Paese», spiega ai cronisti italiani. «Mi dispiace ma lo rispetto: è stata la scelta sovrana del vostro popolo».

Un modo garbato per dire all’Italia che ospita il G7 che il suo governo è molto indietro sui diritti. Non è la prima volta che Meloni e Macron si scambiano fendenti: ma questa volta la location dice più di tante parole. Il francese è ospite di Meloni in un evento mondiale e tuttavia non nasconde la portata dello scontro. Poco prima la presidenza italiana aveva fatto sapere che aver rivelato lo scontro sull’aborto è stata una «scorrettezza», una «strumentalizzazione elettorale».

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Senza nominare mai Parigi era stato fatto capire che qualcuno ha voluto inserire un «elemento di disturbo» per sporcare la festa italiana. Poco conta, alla fine, che nel merito abbia vinto l’Italia: e cioè che la proposta francese di inserire un riferimento ancora più forte sul diritto all’aborto rispetto a quello contenuto del documento dell’ultimo G7 a Hiroshima sia stata bocciata. «Erano le tre di notte, abbiamo detto che in cambio avremmo voluto delle compensazioni», spiegano fonti italiane. «E così si è deciso di restare a quanto deciso a Hiroshima». O forse meno: nel documento del 2024, che sarà reso pubblico oggi, la parola «aborto» neppure compare.

Ma il duello non era ancora finito. Prima della cena con Mattarella al castello Svevo di Brindisi, la premier ha lanciato un altro siluro diretto all’Eliseo: «Credo sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7». Se non è un cartellino rosso per Macron, poco ci manca. «La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è totalmente pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia richiamano quelle di Hiroshima, nelle quali abbiamo già approvato lo scorso anno la necessità di garantire che l’aborto sia sicuro e legale».

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La giornata era iniziata con un primo segnale di gelo tra Italia e Francia. A metà mattina, Meloni dentro una sorta di tempietto di Borgo Egnazia, con un abito rosa confetto, aveva ricevuto gli omaggi dei presidenti del G7, con una sorta di pellegrinaggio laico: grandi sorrisi con il britannico Sunak (suo fratello politico), imbarazzo con Macron, lunga attesa infarcita di selfie con i fotografi per Joe Biden. Alla fine il capo della Casa Bianca è arrivato, nel frattempo la premier aveva pubblicato la foto con gli operatori dei media sui social: «Se vi taggo tutti famo il post più lungo della storia…».

Meloni non ha lesinato attenzioni per Biden («Non dovresti lasciar aspettare così tanto una donna…», apparso stanco, impacciato nei movimenti, al punto da non presenziare in serata alla cena offerta da Mattarella. Una portavoce della Casa Bianca ha invitato i giornalisti a «non leggere troppo» dietro la decisione di Biden, a evitare retroscena o immaginare incidenti diplomatici. Il punto è un altro, il presidente era «affaticato», dopo una giornata piena di impegni, compresa la conferenza stampa con Zelensky terminata dopo le 21.

Il caso Meloni-Macron ha oscurato altri temi in agenda, come il pieno sostegno alla mediazione Usa su Gaza e la richiesta, condivisa da tutti, di una presenza dell’Anp nella Striscia per facilitare l’ipotesi di soluzione politica a due stati. Così come i 250 miliardi di dollari per l’Africa annunciati da von der Leyen. Anche la presidente della commissione Ue non ha nascosto una certa freddezza con Meloni. A chi le chiedeva se il suo feeling con la premier italiana fosse ancora in salute, ha risposto rigida: «Lavoro bene con tutti i leader G7». Oggi arriva Papa Francesco a portare, forse, un po’ di serenità. Ieri sera è toccato a Mattarella provare a ricucire con la Francia, ricordando durante il brindisi che il G7 «si basa anzitutto su valori condivisi».