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Messico, nelle urne desaparecidos con economia e sicurezza

Claudia Sheinbaum tiene il suo ultimo comizio a Città del Messico ApClaudia Sheinbaum tiene il suo ultimo comizio a Città del Messico – Ap

Elezioni Nei sondaggi svetta l’ex sindaca della capitale Claudia Sheinbaum, del partito di Obrador

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 2 giugno 2024

Davanti a migliaia di persone, nello Zócalo di Città del Messico, l’ex sindaca Claudia Sheinbaum ha tenuto il suo ultimo discorso elettorale lo scorso 29 maggio. La candidata della coalizione di sinistra Sigamos Haciendo Historia dal palco ha più volte nominato il presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, ribadendo di voler continuare il percorso di trasformazione iniziato sei anni fa. Una «trasformazione di sinistra», guidata da un nuovo «umanismo messicano» di cui il leader del Movimento Rigenerazione Nazionale (Morena) è il fondatore. «Separare il potere economico da quello politico» è stato il principale impegno di Obrador: dal prossimo 1 ottobre, giorno dell’insediamento del nuovo governo, «superare il neoliberalismo per sempre» sarà la nuova stella polare. Il che non significa «contrastare il libero commercio» ma «garantire un ruolo centrale, sempre, al pubblico in ambito economico». 

LA CHIAVE del suo ultimo intervento è stato «il passato» al quale «nessuno vuole tornare» ora che è stato dimostrato che «la crescita economica non significa per forza salari da fame». Quindi, ha dato appuntamento a oggi, domenica 2 giugno, per «continuare a fare la storia»: 98 milioni di messicani sono chiamati alle urne in quelle che sono già delle elezioni record per scegliere tra l’ex sindaca della capitale, l’imprenditrice Xóchitl Gálvez a capo di Fuerza y Corazón por México che ha riunito i partiti storici del Messico – il Partito Azione Nazionale (PAN), il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) e il Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) – e Jorge Máynez per il Movimiento Ciudadano

650 milioni di dollari è la stima del costo della campagna elettorale dei tre candidati; oltre 3.700 le ore di spot politici andati in onda. Soprattutto, da quando sono iniziati i primi comizi, un anno fa, ben 56 gli esponenti politici uccisi: 32 candidati e 24 persone che lavoravano alle campagne elettorali dei vari partiti. In testa a questa triste classifica c’è il partito di Obrador, Morena, con 26 vittime, soprattutto negli stati “periferici” del Chiapas, Guerrero e Tamaulipas.

QUELLA CHE si è appena chiusa è stata una campagna elettorale dai due volti. A Città del Messico si è discusso di politica, dalla minaccia dei dazi del 10% su tutte le merci esportate negli Usa in caso di vittoria di Trump il prossimo 5 novembre all’aumento del costo della vita che Sheinbaum promette di contrastare «bloccando il prezzo del gas e della benzina». Lontano dalla capitale, il tono è stato ben diverso. 

Sicurezza la parola chiave di tutti i candidati, con Sheinbaum che ha mostrato di voler continuare anche qui sulla strada tracciata da Obrador – «Abbracci e non proiettili» lo slogan – per porre fine a quella guerra al narcotraffico iniziata nel lontano 2006 dall’allora presidente Felipe Calderón e che ha fatto precipitare il paese in una spirale di violenze. Le critiche maggiori a questa impostazione sono arrivate dagli altri due candidati che non hanno perso occasione di sottolineare come il governo Obrador nei sei anni di governo abbia investito nella sicurezza interna appena lo 0,6% del Pil. 

La linea di Sheinbaum, assolutamente di continuità rispetto alle politiche di Obrador, dovrebbe però essere vincente: secondo i sondaggi, infatti, l’ex sindaca è in vantaggio di almeno 22 punti percentuali rispetto alla principale sfidante, Xóchitl Gálvez. 

NONOSTANTE il suo impegno nel rispetto dei diritti umani e per un «Messico in pace», però, Sheinbaum non potrà contare sul sostegno delle famiglie dei desaparecidos che hanno lanciato una campagna di boicottaggio delle elezioni.

«#VotaXUnDesaparecidx», «Vota una persona scomparsa» è l’appello: «Non ci sentiamo rappresentate da nessun candidato. Per questo, invece di annullare il nostro voto, invitiamo a scrivere sulla scheda elettorale il nome di uno dei nostri familiari». Il voto, ovviamente, sarà nullo ma sulle schede elettorali messicane, sotto ai simboli dei candidati, c’è una voce che recita «se vuoi votare per una persona non registrata, scrivi in questo riquadro il suo nome completo». Una volta compilata, i funzionari del seggio devono inserire nei registri i nomi, che appariranno nei conteggi ufficiali. «Purtroppo è un’azione di anti-politica» ha spiegato Leticia Hidalgo, madre di Roy Rivera Hidalgo, scomparso l’11 gennaio 2011, «ma siamo stati costretti ad arrivare al boicottaggio visto che durante la campagna elettorale nessuno dei candidati ha voluto prenderci in considerazione, neanche Sheinbaum che ha seguito la linea di Obrador». Il riferimento è a quanto avvenuto alla fine dello scorso anno, e raccontato sul manifesto del 7 febbraio, quando il governo ha aggiornato il censimento delle persone scomparse a partire dal 1962 cancellando ben 79.995 nomi. Così le persone di cui non si hanno più notizie sono passate da quasi centomila a 16mila. «L’unico modo che ci è rimasto per farci sentire» sottolinea Hidalgo «è colpire lì dove saranno rivolte le attenzioni dei tre aspiranti presidenti, sulle schede elettorali».

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