I partiti della maggioranza del governo spagnolo hanno presentato una proposta di legge per eliminare l’anacronistico delitto di sedizione dal codice penale. È un momento chiave della legislatura, a un anno dalle elezioni in cui Pedro Sánchez si gioca la rielezione, e il movimento politico di Yolanda Díaz, Sumar, punta a agglutinare tutte le forze di sinistra.

Il delitto, entrato nella legislazione spagnola esattamente due secoli fa, nel 1822, senza essere mai stato modificato, verrebbe abolito e sostituito da un delitto di “disordini pubblici” punito con pene molto più miti, anche nei casi più gravi in cui i protagonisti fossero responsabili politici. La ragione per cui la proposta è stata presentata direttamente in parlamento e non dal governo è per accelerare i tempi e non dover attendere pareri tecnici.

Chi osservasse la riforma da fuori potrebbe chiedersi come mai si è tardato tanto a cancellare un delitto che nella sua attuale versione penalizza chi si alzi “pubblicamente e tumultuosamente” per impedire con la forza o fuori dai canali legali l’applicazione delle leggi e può essere punito con pene fino a 15 anni per i casi più gravi. Nella riforma, la pena massima arriverà ai 5 anni. Prima del famoso processo contro i leader indipendentisti praticamente non era stato accusato nessuno di sedizione. Ora è un tema delicato: Pp, Vox e quel che resta di Ciudadanos ringhiano che il governo si è venduto agli indipendentisti, ma la verità è che il delitto è così anacronistico che la maggior parte dei paesi europei non lo contempla, ed è per questo che l’ex presidente catalano Puigdemont e gli altri leader indipendentisti che scapparono non sono stati mai estradati.

La redazione consiglia:
Spagna, il coraggio della Legge della Memoria Democratica

Il governo sostiene che presenta la riforma oggi perché ora ci sono i numeri per approvarla: i soci parlamentari del governo hanno già assicurato che l’appoggeranno. I socialisti dicono che è da tanto che sostenevano la necessità di modificare il codice penale, e Unidas podemos che chiedeva l’eliminazione del delitto quando tutti gli altri partiti davano addosso agli indipendentisti lo rivendica come merito proprio.

Ma è anche vero che non può esserci miglior momento per farlo: il governo ha bisogno dell’appoggio di Esquerra per approvare il budget 2023; il governo catalano – in cui Esquerra è rimasta sola in minoranza – ha bisogno di dare senso alla sua strategia “pattista” con Madrid.

Che potrebbe succedere ai leader indipendentisti dopo l’approvazione della riforma? Quelli indultati non hanno più lunghe condanne da scontare, ma riacquisterebbero l’eleggibilità prima delle prossime elezioni. Puigdemont e gli altri, invece, dovrebbero affrontare condanne assai più miti.