Divergenze sul Sahara occidentale, il Marocco rompe con la Germania
Gelo diplomatico In gioco anche i rapporti commerciali e i contratti per la pesca tra Europa e Rabat
Gelo diplomatico In gioco anche i rapporti commerciali e i contratti per la pesca tra Europa e Rabat
«A causa di profonde incomprensioni con la Germania su questioni fondamentali per il Regno del Marocco, i dipartimenti ministeriali sono pregati di sospendere ogni contatto, interazione o azione di cooperazione sia con l’ambasciata tedesca in Marocco sia con le organizzazioni di cooperazione e le fondazioni politiche ad essa legate».
La comunicazione ufficiale del capo della diplomazia marocchina, Nasser Bourita, risale a lunedì scorso. Secondo Al-Jazeera la decisione di Rabat di sospendere le sue relazioni diplomatiche sarebbero legate alla posizione di Berlino sul Sahara Occidentale. La cancelliera Angela Merkel aveva criticato la decisione dell’ex presidente Usa Donald Trump di riconoscere la sovranità marocchina sul Sahara occidentale in cambio della normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Marocco e Israele. Berlino aveva ribadito la volontà di sostenere una «soluzione politica giusta, duratura e accettata tra le due parti sotto gli auspici delle Nazioni unite, che prevedono l’organizzazione di un referendum di autodeterminazione per il popolo saharawi».
Secondo quanto riporta il quotidiano Ya Biladi, Rabat non avrebbe inoltre gradito «l’esclusione del Marocco dalle discussioni sul futuro politico della Libia», durante la Conferenza di Berlino del 20 gennaio 2020.
Dopo la decisione del governo marocchino mercoledì il ministero degli Esteri tedesco ha convocato con urgenza l’ambasciatore del Marocco in Germania. Secondo il settimanale Bild «per una discussione urgente e per spiegare la decisione». Un messaggio indiretto per influenzare le scelte dei diversi paesi europei sulla questione del Sahara occidentale. «Rabat sembra aver deciso di puntare il dito contro la Germania per mostrare il suo malcontento nei confronti di tutta l’Europa – scrive Bild – minacciando le sue relazioni con i paesi dell’Ue e sottolineando la loro ipocrisia, visto che numerose aziende europee fanno affari nel Sahara occidentale con lo sfruttamento di fosfati, pesca ed energie rinnovabili».
Il riferimento è all’udienza di questo mercoledì della Corte di Giustizia europea (Cgue) sull’azione promossa dal Fronte Polisario riguardo all’annullamento dell’accordo commerciale tra Ue e Marocco che, già con due precedenti sentenze, aveva decretato che «il Sahara occidentale è un territorio separato e distinto dal Marocco, e che quest’ultimo non ha sovranità sul quell’area, poiché è il popolo saharawi che deve mostrare la propria approvazione come precondizione per qualsiasi sfruttamento economico delle sue risorse naturali».
In una dichiarazione diffusa mercoledì dall’agenzia di stampa saharawi, il rappresentante del Fronte Polisario in Europa, Oubi Bouchraya Bachir, ha ringraziato per la solidarietà espressa da tutti i paesi europei mettendo in evidenza che «l’unico Paese dei ventisette Stati membri dell’Unione Europea ad aver presentato un memorandum a sostegno delle posizioni di Rabat è stato la Francia, a discapito della legalità internazionale e anche del diritto europeo».
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