Bocciati gli accordi tra Ue e Marocco, vittoria saharawi
Sentenza storica della Corte di giustizia europea su pesca e agricoltura L'intesa sullo sfruttamento delle risorse del Sahara Occidentale «viola i principi di autodeterminazione». Festa nei territori occupati e nei campi profughi
Sentenza storica della Corte di giustizia europea su pesca e agricoltura L'intesa sullo sfruttamento delle risorse del Sahara Occidentale «viola i principi di autodeterminazione». Festa nei territori occupati e nei campi profughi
Pronunciamento importante da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea lo scorso venerdì in merito alla questione riguardante le relazioni commerciali intercorrenti tra la stessa Ue e il Marocco nel territorio del Sahara Occidentale. Nel comunicato stampa diffuso dalla stessa Corte si legge chiaramente che «gli accordi commerciali Ue-Marocco del 2019 in materia di pesca e prodotti agricoli, a cui il popolo del Sahara Occidentale non ha acconsentito, sono stati conclusi in violazione dei principi di autodeterminazione e dell’effetto relativo dei trattati».
LA SENTENZA porta al termine i casi presentati in appello dal Consiglio e dalla Commissione dell’Ue contro la sentenza del Tribunale del settembre 2021 che annullava gli accordi al centro del contendere. Nella stessa sessione spicca un ulteriore passaggio riguardante la veicolazione delle informazioni dei prodotti agricoli: «La Corte si pronuncia anche sulla questione dell’identificazione e dell’etichettatura di meloni e pomodori del Sahara occidentale deve indicare unicamente il Sahara occidentale come paese di origine di tali merci, escludendo qualsiasi riferimento al Marocco, al fine di evitare di indurre in errore i consumatori circa la vera origine».
Di natura diversa le reazioni in ambito europeo e extra europeo, che ben chiariscono il peso di quanto avvenuto. Significativo in tal senso quanto afferma in una nota stampa la Commissione Europea: «In stretta cooperazione con il Marocco, l’Ue intende fermamente preservare e continuare a rafforzare le strette relazioni in tutti i settori del partenariato Marocco-Ue, in linea con il principio pacta sunt servanda», sottolineando l’importanza del rispetto dei patti precedentemente stipulati.
DI BEN ALTRO TENORE l’impatto avuto dalla notizie nei campi profughi saharawi, dove alcuni manifestanti scesi in strada hanno esortato la Commissione e gli stati membri a rispettare la decisione presa dalla Corte. Il Polisario si è espresso così: «Le sentenze infergono un colpo mortale all’occupante marocchino, privandolo della leva economica e politica per mantenere la sua presenza illegale nel territorio e perseguire la sua politica illegale di colonizzazione del territorio attraverso il saccheggio delle risorse naturali saharawi».
Quanto accaduto, oltre a concludere un percorso giuridico in essere da diversi anni e che vede le prime sentenze già nel 2015, conferma la discrasia presente nell’Unione, dove le affermazioni giuridiche cozzano contro il peso delle scelte economiche e politiche. La vittoria legale ottenuta dal popolo saharawi a cui si aggiunge il peso della vicenda del Marocco gate, molto più vicino nel tempo di quello che possa sembrare, contribuisce alla necessità in sede europea di una rivalutazione dei rapporti dell’Unione con la monarchia di Mohammed VI.
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