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«Dieci miliardi di investimenti o medici e pazienti scapperanno»

«Dieci miliardi di investimenti o medici e pazienti scapperanno»

Sanità Sanità, i trucchi del governo non reggono. L'allarme di Anelli, presidente dell'ordine

Pubblicato circa un mese faEdizione del 30 agosto 2024

I manuali dei prestigiatori consigliano di non ripetere lo stesso numero davanti allo stesso pubblico, perché si rischia di svelare il trucco. È un pericolo che corre anche il governo nel preparare il capitolo sanitario della manovra 2025. Nell’ultima finanziaria se l’era cavata con uno stratagemma da illusionista: un aumento nominale del fondo sanitario nazionale di 3 miliardi di euro venduto come «il più alto investimento mai previsto per la sanità» che in realtà equivaleva a un taglio di fatto, come sancisce l’ultima relazione della Corte dei Conti licenziata a fine luglio. «Le risorse sanitarie assegnate alle Regioni, pur in aumento, non hanno compensato l’aumento dei prezzi riducendo la spesa sanitaria rispetto al Pil dopo un periodo di crescita durante la pandemia (dal 6,7% al 6,3%)» scrivono i magistrati contabili. «Una manovra restrittiva potrebbe aggravare queste criticità, soprattutto nel settore sanitario, dove il diritto alla salute prevale sull’equilibrio di bilancio, come affermato dalla Corte costituzionale».

Anche se l’inflazione è tornata a livelli fisiologici, ripetere la magia nella prossima legge di bilancio sarà difficile. Da quest’anno tornano in vigore i vincoli europei previsti dal Patto di stabilità e crescita sospeso causa pandemia, che puntano a riportare deficit e debito pubblico rispettivamente entro il 3% e il 60% del Pil. E allora il ministro della salute Orazio Schillaci, con un’altra astuzia, prova a sviare l’attenzione dai numeri cinici e bari e abbandona lo storytelling meloniano dell’investimento più alto di sempre. Ha cominciato a farlo già al festival di Cl a Rimini, in un incontro sulla «rifondazione del sistema sanitario». «Non è solo una questione di risorse – ha detto il ministro – ma anche, se non soprattutto, di efficienza che si traduce nella capacità di assicurare a chi ne ha bisogno le prestazioni necessarie nei tempi giusti». Segue immancabile e solenne impegno sulla prevenzione, «il più grande investimento che dobbiamo avere il coraggio di fare» nelle parole di Schillaci. Che però ha affidato il dossier prima al chiacchieratissimo (ma fidato) Francesco Vaia, direttore generale della prevenzione uscente, e poi a una ginecologa senza esperienza come Maria Rosaria Campitiello, capodipartimento della prevenzione fresca di nomina dopo la riorganizzazione del ministero.

A Rimini il ministro ha promesso ascolto alle categorie, che hanno già avanzato le loro richieste. Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, chiede di inserire «in finanziaria 10 miliardi di euro per i professionisti della salute». E spiega: «Se il Servizio Sanitario Nazionale si svuota dei suoi professionisti, muore. E sempre più cittadini rimangono senza cure: dai 4,5 milioni attuali, numero pari agli abitanti dell’Emilia-Romagna, si arriverà a 10 milioni, tanti quanti gli abitanti della Lombardia». Secondo i dati che snocciola Anelli, ogni giorno dieci medici abbandonano il Ssn. Colpa di retribuzioni che in termini reali sono scese del 6,1% tra il 2012 e il 2022. E di condizioni di lavoro sempre più difficili, soprattutto nella medicina di urgenza, in pronto soccorso o sulle ambulanze. «Dal 1 al 20 agosto non c’è stato un giorno in cui un medico o un infermiere non abbia subito una violenza» dice Foad Aodi, presidente dell’Associazione Medici Stranieri in Italia. Le aggressioni a danno delle donne, come le ultime due avvenute in Puglia nel giro di pochi giorni, sono cresciute del 40% in tre anni.

«Siamo allo stremo delle nostre forze. Quella che qualche giorno fa abbiamo lanciato come una provocazione (“andiamo via tutti”) in realtà è una soluzione accarezzata da sempre più colleghi, soprattutto dopo un’estate in cui gli ospedali si sono trasformati in ring» spiega Pierino Di Silverio, segretario del sindacato degli ospedalieri Anaao-Assomed. «Come sindacato abbiamo un’unica risposta da dare in assenza di adeguati riscontri: mobilitare l’intera categoria, anche con la partecipazione di tutti i sindacati che vorranno aderire, fino alla proclamazione di più giornate di sciopero in autunno».

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