Tutti a chiedersi, durante le tappe battezzate dai velocisti con la X sul calendario, quando si sarebbe lasciato a Dainese fare il suo mestiere, e sempre dall’ammiraglia a rispondere che il nostro era lì ad apparecchiare le volate per Mayrhofer. A Caorle, tra le casette colorate e i fenicotteri in laguna, finalmente gli strateghi della DSM si sono decisi a rimescolare l’ordine dei fattori, anche solo per riconoscenza, e il risultato è cambiato. Tira la volata Mayrhofer, e Dainese dà il colpo di grazia al resto dei pretendenti. Si parlava di riconoscenza perché Dainese fa da giorni i conti con le cadute, con i virus, e con la lotta (che sugli schermi non fa audience) per non finire fuori tempo massimo. Ha stretto i denti giusto in tempo per permettere al gruppo di riguadagnarsi (ancora) l’Adriatico, al tempo di virare finalmente verso il dolce e a se stesso di ritrovare la gamba, come già successo l’anno scorso in quel di Genova.

Dopo la partenza dia Pergine il gruppo si organizza per uscire fuori dalla Valsugana, e di lì in poi tappa in discesa: perché facile – in vista dei prossimi tre giorni; perché la fuga di Leysen (ultimo ad arrendersi) e gli habitué Champion, Sevilla e Quaterman non veleggia mai oltre i due minuti di vantaggio; ma anche alla lettera, ché il dislivello da un certo punto in poi è addirittura negativo, un trampolino per tuffarsi l’ultima volta in mare. La volata, scontata, ha tre protagonisti: c’è quello che la imposta meglio, aiutato alla perfezione dalla squadra, ed è Matthews; c’è quello che ne ha di più, e rimonta tutti dopo essersi trovato intruppato quando non avrebbe dovuto, ed è Milan – con un treno, come si chiama in gergo la fila dei gregari che servirebbe a catapultare lo sprinter sul traguardo, a sua disposizione la sensazione è che staccherebbe gli altri di una bicicletta; e c’è appunto l’unico che Milan non rimonta, Dainese, che per questione di millimetri mette per primo la ruota oltre l’arrivo, ma che le braccia le può alzare solo dopo qualche minuto, perché c’è da aspettare il fotofinish.

Da oggi ciao mare, come cantava Casadei. Aperitivo a Val di Zoldo, con l’inedito Passo Coi. Poi domani tappone dolomitico con Giau e Tre Cime di Lavaredo. E finalmente sabato cronoscalata da Tarvisio al Monte Lussari (anche questo inedito, con annesse polemiche per l’impatto ambientale causato dall’averlo aperto a tutta la baracca). Thomas, Almeida e Roglic stanno tutti allineati come i velocisti a Caorle, ognuno con qualcosa in più degli altri due. Se a parità di forze e di debolezze dovesse come sempre – ma vallo a spiegare alle ammiraglie – decidere il coraggio si darebbe per favorito Almeida, dopo tre anni da apprendista. Gli altri avrebbero l’esperienza, anche se è capitato loro spesso di non metterla a valore.