Non accettazione dell’altro, comunicazione quasi assente e rapporti di potere. La relazione tra le istituzioni e la crisi climatica non sta funzionando e il San Valentino non è stato roseo. I festeggiamenti per il giorno dell’amore diventano l’occasione per un’azione coordinata di Extinction Rebellion in sette città dal nome «Regione e clima: amore tossico». L’obiettivo: denunciare la negligenza delle Regioni di fronte all’emergenza climatica. I mezzi: costumi da cupido, letame e musica. Un grido d’amore d’altri tempi difficile da ignorare.

Torino e Milano si mobilitano in mattinata. Nel capoluogo piemontese gli attivisti bloccano l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti con delle balle di fieno e dei sacchi di sabbia. I vestiti da cupido ricordano una performance di carnevale, ma dalle maschere a gas sui volti trapela il grido d’allarme. «Attraverso la Cdp il governo controlla le principali aziende italiane dell’industria fossile e continua a investire in progetti estrattivi, in contrasto con gli obiettivi climatici che l’Italia stessa si è impegnata a rispettare» dice Arianna. A Milano, di fronte al palazzo della Regione, sono apparse delle scatole con dei cuori di letame. Intorno diverse persone incatenate tra di loro, una commenta «vogliamo dei provvedimenti contro il consumo di suolo e l’inquinamento della nostra aria».

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La Regione Lombardia ha infatti contrastato la Direttiva europea sull’inquinamento atmosferico, definita dallo stesso presidente Fontana «irragionevole». Sulle note di un violino, un piano politico sotto forma di lettera d’amore viene alla luce: «Sono arrabbiata ma, credimi, possiamo ancora cambiare se tu, Regione, decidi di dire la verità, di agire immediatamente e di farlo insieme a noi, coinvolgendoci nelle assemblee cittadine». Queste anche le tre istanze internazionali di Extinction Rebellion.
La terza azione «per amore» è a Bologna, dove i danni dell’alluvione di quasi un anno fa ancora non hanno trovato una reale risposta politica. Al contrario, la Regione Emilia Romagna si impegna per diventare il nuovo hub energetico europeo.

Le attiviste sottolineano di aver scelto la festa degli innamorati per richiamare anche la violenza di genere, frutto dello stesso sistema alla base della crisi ambientale: «Non esiste giustizia climatica senza quella sociale: la struttura che sta alla base delle oppressioni di genere è infatti la stessa che continua a sfruttare e controllare le risorse naturali» spiega Bianca. Diverse attiviste si sono sdraiate nude a Piazza Maggiore di fronte a uno striscione fucsia: «Ma quale amore su un pianeta tossico?». Nel pomeriggio le frecce verdi di cupido sbarcano a Roma, dove il freddo invernale quest’anno pare non essere mai arrivato.

«Abbiamo portato la natura che si ribella a Palazzo Chigi perché questo governo sembra essere sordo alle richieste della comunità scientifica – dichiarano – le soluzioni esistono, è arrivato il momento di ascoltare e agire». A Treviso è stato messo in scena un finto matrimonio davanti allo striscione che chiede «politica è amore?». Ma il divorzio è preannunciato: secondo il recente report di Legambiente Mal’Aria di Città 2024, Treviso è la terza città più inquinata d’Italia. A Udine due persone hanno messo in scena il bacio di Klimt. Le maschere a gas, tuttavia, non permettono ai due amanti di avvicinarsi. Dicono che «l’aria ti toglie il fiato».
Sta alla politica ora decidere se impegnarsi nell’ascolto in questa relazione o continuare a vivere un amore disfunzionale per tutto il pianeta.