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Con Zana in trionfo sulle Dolomiti torna a sorridere l’Italia del ciclismo

Con Zana in trionfo sulle Dolomiti torna a sorridere l’Italia del ciclismoJoão Almeida, Giro d'Italia. Tappa 18 – Getty Images

Contagiro - Tappa 18 La vallata che separa i corridori da Pieve di Cadore serve ai battistrada ad approfittare della pausa di relax in gruppo per prendere un vantaggio che si rivelerà, a fine giornata, decisivo

Pubblicato più di un anno faEdizione del 26 maggio 2023

A guardare i distacchi all’arrivo magari non sembrerà, ma ne succedono di cose scalando le Dolomiti tra Oderzo e Val di Zolo. Succede che un italiano con la maglia tricolore, Filippo Zana, batta contro pronostico in una volata a due Thibaud Pinot, e ci faccia respirare un po’ l’aria di qualche anno fa.

Stai a vedere che tra lui, Frigo e Milan prima o poi torniamo grandi. Succede che il battuto, il vecchio Pinot, si assicuri la maglia di leader degli scalatori e si riaffacci ai piani nobili della generale. Succede che stavolta in difficoltà ci vada Almeida su uno scatto di Roglic; ma, cambiato l’ordine dei fattori rispetto al Bondone, non cambia che Thomas rimane attaccato a quello che tra i due contendenti va di volta in volta più veloce, e consolidi la rosa.

Ai suoi trentasette anni compiuti proprio ieri nessuno era mai andato così vicino a un trionfo al Giro. Passo della Crosetta, Forcella Cibiana, Passo Coi e arrivo su uno strappo a Val di Zolo, tra il verde dei faggi e il cobalto del cielo che quassù sembra sempre più vicino.. Questo quanto era apparecchiato al gruppo.

La prima salita serve a decidere i componenti della fuga di giornata, che dopo un po’ di rimescolamenti viene popolata da Paret-Peintre, Pronskiy, Frigo, Gee, Barguil, Pinot e Zana. La vallata che separa i corridori da Pieve di Cadore serve ai battistrada ad approfittare della pausa di relax in gruppo per prendere un vantaggio che si rivelerà, a fine giornata, decisivo.

La Forcella Cibiana è l’antipasto per il Coi, dove la vicenda assume i suoi contorni definitivi. Tra i fuggitivi Pinot martella forte sull’asfalto, e Zana è l’unico a resistergli. Tra i capitani il forcing è della Jumbo, e stavolta Roglic non tradisce la fiducia dei compagni. Piazza un primo scatto per scremare il gruppo, gli resistono Thomas e Dunbar oltre al gregario Kuss, dietro Almeida decide di procedere del proprio passo.

Un passo da uno non brillante, ma nemmeno da uno che ha preso una legnata, se sul traguardo il distacco da Thomas e Roglic si limiterà a una ventina di secondi. Anzi quasi rientra, il portoghese, ma una trenata di Thomas nel falsopiano prima dell’ultimo strappo lo mantiene a distanza e fa sì che tra i big a questo giro il gallese e lo sloveno vincano ai punti.

Più avanti, nel frattempo, Pinot si presenta da favorito nello sprint finale, ma l’ansia di lasciare il segno gli suggerisce una volata troppo lunga, Zana ha la lucidità di rimanergli in scia e la forza di bruciarlo sul traguardo.

Allez vecchio Pinot, sei all’ultimo Giro, hai confessato che avresti volto venire più spesso a farci visita, ma comunque ci hai fatti divertire. Quando vincesti ad Asiago c’era Gianni Mura che tra una MS, un’altra MS e un gioco di parole su Totti faceva il tifo per te e intanto mi raccontava di Anquetil.

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