Il Pd, per bocca della deputata Lia Quartapelle, interroga il ministro degli Esteri Antonio Tajani sulle condizioni di Ilaria Salis, la 39enne reclusa in Ungheria dallo scorso febbraio e accusata di aggressione a due neonazisti.

Due settimane fa era stata resa pubblica una sua lettera nella quale descriveva le terrificanti condizioni della sua detenzione, tra ambienti fatiscenti e situazioni degradanti, «incompatibili con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti e per i quali l’Ungheria è già stata condannata dalla Cedu anche con riferimento al sovraffollamento carcerario».

Quartapelle chiede così «se il governo abbia avuto modo di verificare le affermazioni» della donna. Il processo per Salis comincerà a gennaio e la procura di Budapest le ha proposto un patteggiamento a undici anni (per lo stesso reato, l’aggressione aggravata, in Italia si arriva al massimo a quattro anni di reclusione).

Questa mattina, poi, la Corte d’Appello di Milano dovrà decidere sulla consegna all’Ungheria di Gabriele Marchesi, accusati degli stessi reati di Salis. Una settimana fa la procura generale si era espressa contro la sua estradizione, rilevando anche la sproporzione tra il fatto contestato e la pena ipotizzata: fino a 16 anni di carcere.