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Bombe russe anche sul grano del Danubio

Bombe russe anche sul grano del DanubioIl deposito di grano ucraino colpito ieri dalle forze russe a Izmail, nella regione di Odessa – Epa

Guerra ucraina Non solo i porti sul Mar Nero, ieri colpito un deposito ucraino nella città di Izmail. Mosca accusa Kiev: droni contro le nostre navi. E Kiev accusa Mosca: droni sulla capitale. Erdogan annuncia: Putin verrà presto in Turchia

Pubblicato più di un anno faEdizione del 3 agosto 2023

È notte fonda quando nel cielo della Bessarabia un deposito ucraino di grano sul Danubio esplode in una fiammata. Siamo a Izmail, città portuale sul grande fiume che fa da confine tra Ucraina e Romania, nel territorio della regione di Odessa che si sviluppa oltre il fiume Dniestr e che porta un nome antico, rispolverato dalla Russia zarista nell’Ottocento.

Izmail ha una storia di pescatori e commercianti e durante l’Unione sovietica veniva usata, come molti altri centri sulla foce del Danubio, come interporto per le imbarcazioni che dal Mar Nero entravano fino al cuore dell’Europa orientale.

DA QUANDO l’invasione russa ha bloccato di fatto i commerci nel Mar Nero, Kiev è ricorsa a una serie di misure d’emergenza per tentare di trovare vie alternative alle spedizioni di grano e il commercio fluviale è una di queste. Ma quasi tre decenni di abbandono hanno reso impossibile lavorare le tonnellate di grano che fino al febbraio scorso prendevano la via del mare.

Tuttavia, a Izmail, fino a martedì notte si trovavano, secondo il ministro ucraino delle infrastrutture Oleksandre Koubrakov, 40mila tonnellate di grano da inviare «atteso dai Paesi africani, dalla Cina e da Israele». «I terroristi russi hanno nuovamente attaccato i porti, il grano e la sicurezza alimentare globale, si tratta di una minaccia per tutti in tutti i Continenti», ha scritto su Telegram il presidente Zelensky.

Secondo il governatore regionale di Odessa Oleg Kiper, «sono scoppiati incendi nelle strutture portuali e nelle infrastrutture industriali della zona», ma non ci sarebbero vittime o feriti. Dure le reazioni occidentali. Per Josep Borrell, l’Alto Rappresentante Ue per gli esteri, «questi attacchi mirati alle infrastrutture cerealicole ucraine aggravano l’insicurezza alimentare globale, mettendo a rischio milioni di persone tra le più vulnerabili».

MENTRE PER il ministero degli esteri francese la logica alla base dei bombardamenti russi delle ultime settimane (e di quello di ieri) sarebbe puramente commerciale. Mosca «sta solo perseguendo i propri interessi a scapito delle popolazioni più vulnerabili facendo salire i prezzi dei prodotti agricoli e cercando di impedire a uno dei suoi principali concorrenti di esportare le sue produzioni» accusa Parigi.

Il paese più coinvolto in questo caso è senz’altro la confinante Romania: «I continui attacchi della Russia contro le infrastrutture civili dell’Ucraina sul Danubio, in prossimità della Romania, sono inaccettabili», ha scritto su Twitter il presidente romeno, Klaus Iohannis, quasi come se non fosse il suo territorio a esser stato sfiorato da una salva di missili.

Di grano hanno parlato anche il presidente Putin e l’omologo turco Erdogan al telefono. Il leader russo ha espresso la volontà di «cooperare con la Turchia» sulle esportazioni di cereali ed Erdogan ha ribadito che l’interruzione dell’Accordo sul grano «non giova a nessuno».

Inoltre, il presidente turco ha ribadito che a breve (probabilmente agosto), ospiterà Putin in Turchia. Dal Cremlino, il portavoce Peskov ha chiarito che il suo paese «è pronto a tornare immediatamente nell’accordo» non appena i capitoli che riguardano Mosca «verranno rispettati».

PER IL SECONDO giorno consecutivo, inoltre, fonti russe hanno accusato la controparte di aver tentato un attacco alle navi militari russe di stanza nel Mar Nero mediante droni marini kamikaze. Kiev, di contro, dichiara di aver abbattuto 10 droni diretti alla capitale ucraina prima che questi entrassero nello spazio aereo della città. Dalla Crimea, fonti ucraine riportano di «potenti deflagrazioni nella base dell’aeronautica russa di Gvardeyskoye.

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