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«Bild» e «Welt» addio alla carta, giornalisti rimpiazzati dall’Ai

«Bild» e «Welt» addio alla carta, giornalisti rimpiazzati dall’AiLa sede principale del gruppo editoriale tedesco Axel Springer – Getty Images

Editoria Germania, maxi-piano di riduzione dei costi per le due testate del gruppo springer

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 giugno 2023

Licenziamenti a tre cifre, chiusura delle redazioni locali e a partire dal 2024 fine del giornale di carta in nome dello slogan «solo digitale». In questo modo l’amministratore delegato del Gruppo Springer coglie al volo le “opportunità” dell’Intelligenza artificiale che consentiranno al maggiore editore tedesco di risparmiare 100 milioni di euro dalla lista delle spese. Lo calcola la Faz riportando i passaggi chiave dell’e-mail inviata dal ceo Mathias Döpfner ai dipendenti di Bild e Welt, i due quotidiani di punta del colosso con sede a Berlino.

«Le attuali funzioni dei direttori editoriali, redattori di pagina, correttori di bozze, segretarie e photo-editor non esisteranno più» si legge nella lettera a uso interno spedita lunedì scorso. Mansioni inutili alla luce della «ristrutturazione radicale» preannunciata già a febbraio con il clamoroso licenziamento in tronco del caporedattore di Bild, Johannes Boie, sostituito il giorno stesso con Marion Horn. Alla base del maxi-taglio dei posti di lavoro nelle due testate ammiraglie la necessità di «mantenere il successo anche nel prossimo futuro; certamente con l’aumento del fatturato ma anche con notevoli risparmi» specificano i vertici di Springer, prima del requiem che seppellisce un’intera professione: «Il giornalismo su carta è finito».

Nella mera pratica significa che «purtroppo bisognerà separarsi dai colleghi che svolgono compiti a breve sostituiti dall’Intelligenza artificiale quanto da chi con le competenze attuali non si ritroverà nel nuovo assetto digitale».

Conta meno di zero se ancora oggi, nonostante la crisi, la Bild vende oltre un milione di copie al giorno ed è zeppa di pubblicità, coprendo le notizie dal Bundestag fino alla cronaca da strapaese delle migliaia di comuni tedeschi. L’imperativo categorico di Springer è inequivocabile: chi non serve se ne deve andare, possibilmente prima della fine dell’anno. Nonostante risulti evidente il «dispiacere» con allegata promessa vergata nero su bianco nell’altra missiva indirizzata ai dipendenti. «Ci stiamo sforzando in ogni modo di trovare soluzioni socialmente accettabili» assicura la nuova caporedattrice di Bild insieme agli amministratori delegati Claudius Senst e Christoph Eck-Schmidt.

Non ci crede affatto l’Associazione dei giornalisti tedeschi (Djv), pronta a denunciare i tagli occupazionali selvaggi e pure controproducenti. «Se Döpfner vuole massacrare la mucca da mungere dell’azienda, non solo mette in atto un comportamento antisociale nei confronti dei dipendenti, ma anche estremamente stupido dal punto di vista economico – riassume il presidente della Djv, Frank Überall – Bild è ancora la prima fonte di profitto per Springer. Ma meno informazione locale vuol dire meno servizio ai lettori, e quindi meno lettori».

Il riferimento corre al numero di edizioni regionali destinato a calare di un terzo (da diciotto a dodici) mentre le sedi cittadine verranno chiuse completamente. Si parte con la soppressione degli storici dorsi di Lipsia, Dresda e Chemnitz: confluiranno nell’edizione unica della Sassonia. Düsseldorf e Colonia, invece, si fonderanno per formare Bild-Rheinland. In parallelo il formato tabloid di Bild non verrà più pubblicato ad Amburgo, e in tutte le edizioni l’informazione regionale verrà ridotta ad appena due pagine: una per la cronaca locale, l’altra per lo sport. Finché dal prossimo 1 gennaio il Gruppo Springer abolirà tutte le edizioni in formato cartaceo.

A farne le spese saranno soprattutto i dipendenti ma andranno a casa anche decine di dirigenti, compresi quelli che nell’ultimo decennio hanno applaudito a tutti piani di austerity imposti dall’editore. «I livelli alti verranno notevolmente assottigliati»; l’Intelligenza artificiale applicata da Springer può soppiantare gran parte delle loro capacità manageriali fino a ieri ritenute insostituibili facendo risparmiare al Gruppo i loro lauti stipendi.

Le prime stime indicano almeno 200 licenziamenti «perché profitti e costi si sviluppano in modo che se non interveniamo subito tra pochi anni ci troveremo in una condizione di rischio per Bild e Welt» si giustifica Döpfner. Ma la fase «solo digitale» investirà anche gli Usa, in particolare la testata Politico a cui guarda con crescente interesse l’investitore “Kkr” in possesso del 35,6% delle azioni Springer.

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