A meno di una settimana dal giorno delle elezioni di metà mandato, durante un discorso in diretta trasmesso in tv in prima serata, Joe Biden ha parlato al Paese avvertendo che le tradizioni democratiche della nazione sono in serio pericolo e mettendo in guardia i cittadini dal rischio che rappresentano le intimidazioni elettorali e la violenza politica.

«Quello che stiamo facendo ora determinerà se la democrazia durerà a lungo» ha detto Biden, inquadrando queste elezioni di midterm come una scelta tra il «sogno di una democrazia e gli appetiti di un’autocrazia».

Il discorso è stato fatto dalla Union Station di Washington, a pochi isolati da dove il 6 gennaio 2021 la folla si era radunata per prendere d’assalto il Campidoglio, mentre in questi giorni i candidati democratici e repubblicani sono impegnati nell’ultima manciata di dibattiti e nei comizi finali della campagna elettorale.

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La retorica di Biden ha cercato di mettere la questione della democrazia al centro di questi ultimi giorni prima del voto, spostando il peso della scelta alle urne ben al di là delle elezioni di midterm.

È sin dall’inizio della sua candidatura a presidente che Biden parla di questo periodo storico come di una “battaglia per l’anima” degli Stati Uniti ed è chiaro che questa battaglia è tuttora in corso.

Joe Biden
Mentre sono qui oggi in America ci sono candidati in corsa per ogni carica, governatore, Congresso, procuratore generale, segretario di stato e che, se sconfitti, non si impegneranno ad accettare i risultati delle elezioni. Questa è la via del caos. È senza precedenti. È illegale. Ed è antiamericano

Quello evocato da Biden è lo scenario paventato da molti, in cui il rifiutarsi di ammettere di aver perso l’elezione è un’opzione completamente plausibile e che genererebbe cortocircuiti politici destabilizzanti in un momento in cui la violenza ma politica è una preoccupazione crescente.

Secondo la polizia del Campidoglio, da quando Trump è stato eletto nel 2016, le minacce contro i membri del Congresso sono aumentate di oltre dieci volte; solo l’anno scorso sono state registrate più di 9.625 minacce di morte.

Risale a soli pochi giorni fa l’attacco che ha portato al ricovero di Paul Pelosi, colpito da un uomo armato di martello che ha fatto irruzione in casa per rapire sua moglie, la presidente democratica della Camera Nancy Pelosi. Nelle ore seguenti tra coloro che hanno diffuso false teorie su un incontro gay finito male c’è stato anche lo stesso Trump, che ha ripetuto lo stesso tipo di storie infondate che aveva già promosso per anni per attaccare altri avversari che considerava nemici.

Biden ancora una volta si è riferito a Trump senza chiamarlo per nome ma come “l’ex presidente sconfitto”, a rimarcare che tutta la questione dell’elezione rubata non ha alcun fondamento.

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È chiaro che questo clima avvelenato solleva più di una preoccupazione per il presidente, ma nel discorso di Biden sono mancati i riferimenti a due grandi questioni: la situazione economica e l’inflazione, che secondo i sondaggi sono i problemi trainanti della campagna 2022, argomenti che si stanno rivelando difficili per i democratici insieme a l’aumento della criminalità.

Il quadrato complessivo di questi Stati Uniti alla vigilia del voto, dopo due anni di presidenza democratica, non è normalizzato e la spaccatura all’interno del Paese è sempre più evidente.

Biden ha ricordato che gli estremisti filo Trumpiani che hanno assaltato il Campidoglio sono solo una minoranza all’interno del Gop, ma è evidente dalle scelte dei candidati repubblicani che alla fine risultano vincenti che questa minoranza è quella che al momento prevale nel partito.