Una delegazione di arbitri della Fifa che si presenta negli spogliatoi dell’Inghilterra a pochi minuti dalla partita e minaccia punti di penalizzazione, in caso di adesione alla campagna One Love.

Sinora era stata in disparte la Football Association, la potente federcalcio inglese – la Premier League è la lega più rappresentata ai Mondiali in Qatar – mentre Germania, Danimarca e Olanda serravano le fila contro la censura della Fifa.

NEGLI ULTIMI GIORNI, dopo che il caso ha avvolto anche la Francia – con un conflitto latente tra ministero dello sport e federcalcio – ecco la confessione dell’amministratore della FA, Mark Bullingham: la Fifa avrebbe spinto parecchio – fino a entrare negli spogliatoi inglesi – per evitare che Harry Kane scendesse in campo con quella fascia arcobaleno che esprime vicinanza alla comunità omosessuale.

Un’applicazione estensiva dell’accusa di censura rivolta alla creatura di Gianni Infantino da diverse federazioni. Sempre dalla FA è stato spiegato che la richiesta di adesione alla campagna One Love era partita a settembre e che le federazioni, compresa quella inglese, erano disposte a pagare una multa per il gesto. Sino all’inasprimento dei toni della Fifa.

Insomma, si delinea una forza abbastanza compatta contro la Fifa. I rapporti con la Germania sono davvero ai minimi termini. Dopo il divieto imposto a Manuel Neuer di indossare la fascia arcobaleno e la mano portata alla bocca nella foto di gruppo prima della partita persa con il Giappone, i tedeschi hanno spedito solo il ct Hansi Flick alla conferenza stampa prima della gara con la Spagna, che si gioca oggi.

Il regolamento Fifa, art. 44, impone la presenza del selezionatore e di un calciatore. Inoltre la Germania ha tenuto l’incontro con i media nel suo quartier generale e non al centro stampa imposto dalla Fifa, al Qatar Convention di Doha.

Di sicuro arriverà almeno una multa, ma in generale stanno degenerando i rapporti tra i paesi che prendono parte ai Mondiali e il duo Fifa-Qatar.

SULL’ASSE LONDRA-DOHA, per esempio. Il Qatar, scrive il Financial Times, avrebbe avviato una revisione dei suoi investimenti nella capitale inglese. Sui trasporti pubblici di Londra – metro, autobus, taxi – sarebbe stato posto il veto alla pubblicità del paese sul Golfo Persico.

La decisione di Transport for London, la società che gestisce i trasporti pubblici a Londra, risponde alla preoccupazione per il trattamento dei lavoratori migranti sui cantieri degli stadi dei Mondiali e per gli episodi di intolleranza verso la comunità Lgbt. Sarebbero a rischio, riferisce il Ft, anche altri investimenti del fondo sovrano qatariota a Londra.

Il Qatar però trova il tempo di rinsaldare la cronica inimicizia con l’Arabia saudita. La piattaforma di streaming dei Mondiali per 24 paesi tra Medio Oriente e Nord Africa, Tod TV, di proprietà dell’emittente qatariota beIN Media Group, ha smesso all’improvviso di funzionare in Arabia saudita da alcune ore.

Non ci sono state spiegazioni né commenti da beIN e dalle autorità saudite. Tod Tv è stata bandita in Arabia Saudita per diversi anni per i rapporti estremamente tesi tra le parti, soprattutto per la vicinanza del Qatar alle posizioni iraniane. Una specie di tregua era stata siglata a ottobre dello scorso anno. Sino alla piattaforma in streaming oscurata.