La cacciata dell’ex-direttore generale Nicola Magrini, poco gradito alle aziende farmaceutiche, è stato uno dei primi atti del governo Meloni. Poi ci è voluto oltre un anno perché il governo partorisse le nuove nomine per l’Agenzia Italiana del Farmaco riformata. Ora che arrivano le prime, la ragione è chiara: è difficile accontentare tutte le richieste con una torta più piccola. In precedenza, la valutazione dei farmaci da immettere in commercio era affidata a due organi, la «Commissione tecnico scientifica» e il «Comitato prezzi e rimborso», di dieci membri ciascuno. Il governo Meloni ha deciso di sostituirli con un solo organo di dieci membri i cui nomi sono stati svelati ieri dal governo.

La nuova «Commissione scientifica e economica» sarà composta da sei uomini e quattro donne. La presidenza va a Lara Nicoletta Angela Gitto, che all’università di Messina insegna «economia dei sistemi turistici» ma da qualche anno si occupa anche di politiche sanitarie. La maggior parte degli altri membri sono funzionari regionali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna) privi di competenze scientifiche particolari. Nella commissione ci sono solo quattro tra medici e farmacologi di professione, due dei quali – il cardiologo Giancarlo Agnelli e il medico di base Walter Marrocco – già approdati all’età della pensione.

Tra i nominati spunta anche il poco noto Enzo Lozupone, farmacista barese e amico personale del conterraneo, collega e sottosegretario alla salute Marcello Gemmato. Non ha un curriculum e sui social suggerisce di affrontare l’influenza suina con il farmaco «Pecorina» (esilarante). Della commissione fanno parte d’ufficio anche il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e il direttore scientifico dell’Agenzia. Provengono dagli uffici delle Regioni – perché la nomina spetta a loro – anche i membri del Cda Angelo Gratarola (Liguria) e Vito Montanaro (Puglia).

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A questa compagine ridotta spetterà il compito di valutare sia i farmaci sia la loro rimborsabilità, un compito che già le precedenti commissioni facevano fatica ad espletare vista la crescente complessità dei nuovi farmaci in arrivo. Ma non è detto che si raggiunga l’obiettivo di accelerare le procedure di approvazione come auspicato dalle aziende: le domande delle aziende farmaceutiche dovranno in ogni caso essere esaminate, e l’ingorgo dei dossier è prevedibile.

Mancano ancora le nomine apicali: i posti di direttore amministrativo e di quello scientifico dovrebbero andare rispettivamente a Pierluigi Russo e Francesco Maria Pavese secondo alcune indiscrezioni. Per la presidenza del Cda è in pole position l’attuale presidente, il settantacinquenne virologo di area salviniana Giorgio Palù, che se nominato avrà anche la rappresentanza legale dell’Agenzia. Rimangono gli ostacoli legati all’età. Il divieto di ricoprire incarichi apicali al personale in pensione infatti è stato sospeso fino al 2026 solo per i soggetti attuatori del Pnrr. Il governo deve ancora trovare il cavillo che garantisca la poltrona a Palù. E che escluda del tutto le donne dalle poltrone di vertice dell’Agenzia.