Una distinta signora dai capelli brizzolati e i tratti eleganti, che ti aspetteresti di veder fare il suo ingresso sul Centre court con indosso un cappellino dei primi Novecento e un bicchiere di Pimm’s in mano, la tradizionale bevanda del torneo, scandisce le parole con lentezza, aiutata da un megafono. “You are good people. Non ce l’ho con il popolo del tennis, assolutamente”, dice rivolgendosi alla folla che freme in attesa di varcare i cancelli di ingresso dell’All England Lawn Tennis.

E’ il primo giorno di Wimbledon. Le danze stanno per cominciare. Accanto a lei c’e’ un lungo striscione con la scritta “Stop the Genocide”, sorretto da una trentina di persone che fanno parte dell’associazione Palestine Solidarity Campaign. Sono attivisti giunti qui a Church Rd per chiedere a Wimbledon di terminare la ricchissima sponsorizzazione con la banca Barclays, partner ufficiale della Wimbledon Foundation, accusata di fare affari con le aziende di difesa che riforniscono Israele. “Nessuna organizzazione rispettabile dovrebbe essere sponsorizzata da Barclays – scandisce la lady con impeccabile accento british – e se Wimbledon è seriamente interessata alla sua eredità allora dovrebbe abbandonarla”.

Israele qui non è l’unico problema. Gia lo scorso anno un manipolo di pericolose celebrità, capeggiate da Emma Thompson, avevano chiesto a Wimbledon di porre fine alla partnership con la banca, considerata il più grande finanziatore di combustibili fossili in Europa.

Ma nel giorno dell’inaugurazione gli avventori hanno altre questioni più pragmatiche da risolvere che mettersi a disquisire di tematiche cosi sfuggenti come guerra e ambiente. Una delle preoccupazioni principali sembra quella di evitare le infinite file, ma è una sorta di di missione impossibile.

Si comincia alla fermata della metropolitana, si prosegue ai cancelli di ingresso e si va avanti fino all’entrata dei singoli campi secondari, i cosiddetti ground, i più divertenti da osservare nei primi giorni di torneo, aspettando in piedi in fila indiana e pregando che si liberi un posto.

Se si ha la pazienza di aspettare, naturalmente. Anche andare alla toilette potrebbe non essere cosi scontato, meglio programmare in anticipo. Alla fine, esausti, non resta che finire con i piedi sotto il tavolo, rifugiandosi nell’ossessione del XXI secolo: il cibo. Il tennis si può sempre guardare davanti a uno schermo.

Jannik Sinner batte Yannick Hanfmann al primo round di Wimbledon 2024
Jannik Sinner batte Yannick Hanfmann al primo round di Wimbledon 2024, foto Mosa’ab Elshamy /Ap

Nel frattempo si comincia a fare sul serio. Il nostro numero 1 del mondo, fa strano ripeterlo, ha passato indenne il primo turno, schivando le insidie sempre pericolose delle prove iniziali. E la sinnermania ha ripreso a funzionare a pieno regime, spesso accompagnata da quella retorica un po’ stucchevole che tradizionalmente è a esclusivo appannaggio della nazionale di calcio azzurra.

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Ma considerata la figuraccia europea, il rischio è che ora tutti gli italici virtuosismi linguistici si riversino sul ragazzo dell’Alta Val Pusteria. Dobbiamo essere preparati.

Speriamo solo che non tentino ancora di invitarlo a Sanremo. Non ce lo meritiamo.