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Abusi sessuali coperti, si dimette l’arcivescovo di Canterbury

Abusi sessuali coperti, si dimette l’arcivescovo  di CanterburyJustin Welby, centocinquesimo arcivescovo di Canterbury – Ap

Regno Unito L'ultraconservaore Justin Welby, in carica dal 2013, travolto dal presunto insabbiamento della condotta di John Smyth, avvocato cristiano evangelico morto nel 2018, accusato di aver molestato «fisicamente, sessualmente e psicologicamente» almeno 130 ragazzi

Pubblicato circa 6 ore faEdizione del 13 novembre 2024

Justin Welby – il sessantottenne, ammogliato con prole, centocinquesimo arcivescovo di Canterbury in carica dal 2013 – ha dato ieri le dimissioni, travolto da una storia di molestie sessuali da lui presumibilmente coperte. I misfatti sono imputati a John Smyth, un avvocato cristiano evangelico accusato di aver molestato «fisicamente, sessualmente e psicologicamente» almeno 130 ragazzi fino alla sua morte, avvenuta nel 2018.

Il passo indietro del primate è risultato inevitabile dopo la pubblicazione dell’esito di un’inchiesta indipendente per conto della Chiesa d’Inghilterra – protestante e “nazionalizzata” da Enrico VIII nel 1534, suo capo supremo è l’attuale monarca Charles II – secondo la quale lo stesso Welby, che negli anni Settanta era volontario nei campi estivi dove avvennero le violenze, è «improbabile» potesse non essere stato a conoscenza dei sospetti su Smyth – come invece da lui più volte affermato.

Le violenze si sarebbero protratte per mezzo secolo in vari campi scuola estivi coordinati dallo stesso Smyth. Dopo le prime indagini per il tentato suicidio di una delle giovani vittime, questi fu lasciato libero di traslare le proprie malefatte in Sudafrica, dove gli abusi continuarono indisturbati. È morto all’età di 77 anni a Città del Capo, prima che potesse essere formalmente accusato e processato.

Bianco, Etoniano, discendente da una famiglia di schiavisti, figlio di una segretaria di Churchill, ex-tesoriere di un gruppo petrolifero, Welby è il classico esponente di un elitismo conservatore che mal sopportava l’apertura dell’ordinazione episcopale alle donne come altri progressi civili della chiesa nazionale. Una raccolta di oltre 10mila firme da parte della stessa Church of England e poi una dichiarazione di condanna del premier Starmer hanno fatto precipitare l’abbandono.

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