È stata un’altra giornata di sbarchi quella di ieri a Lampedusa. Quasi 600 le persone arrivate dalla mezzanotte. Nell’hotspot, dove in questi giorni sono state superate le 3mila presenze a fronte di una capienza di soli 400 posti, ieri c’erano di nuovo 2.500 persone. Il piano di trasferimenti organizzato dalla prefettura di Agrigento non riesce a stare dietro agli arrivi da record.

Intorno ai 5mila solo nell’ultima settimana. Ieri le navi De Grazia, della guardia costiera, e Monte Sperone, della guardia di finanza, si sono dirette verso Pozzallo con a bordo 200 migranti che sulla maggiore delle Pelagie non erano stati né controllati dal punto di vista sanitario, né fotosegnalati a causa del forte afflusso di persone. Martedì prossimo sull’isola arriveranno il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson. Durante la mattinata è prevista una visita all’hotspot di Contrada Imbriacola.

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Intanto nella notte tra giovedì e venerdì la Humanity 1, mentre navigava verso il lontanissimo porto di Ortona assegnatole dal Viminale dopo il salvataggio di 36 persone del giorno precedente, ha realizzato altri quattro soccorsi sulla rotta tra Tunisia e Lampedusa. Nel suo comunicato l’Ong fa sapere che i primi due interventi sono stati realizzati «con il coordinamento del centro di coordinamento marittimo di Roma» e gli altri «in stretto coordinamento con le autorità italiane». In totale sono 197 le persone che si trovano a bordo della Humanity 1. Prima di arrivare nel porto abruzzese, però, ci metteranno tre giorni.

In pratica la guardia costiera chiede aiuto alla Ong in un momento di forte pressione, mentre il Viminale spedisce puntualmente la nave, questa come le altre, a centinaia di chilometri di distanza per limitarne le attività.

Una contraddizione senza senso, oltreché pericolosa in giorni in cui le squadre della capitaneria di porto di Lampedusa, che si impegnano a salvare vite umane senza risparmiare energie, sono sovraccaricate di richieste di aiuto. Nessun senso, a parte il bisogno del governo di tenere fede alla sua propaganda. Smentita in primis dai numeri dal momento che con le Ong quasi fuori gioco, a causa della strategia dei porti lontani assegnati subito dopo il primo soccorso, gli sbarchi sono comunque triplicati rispetto allo scorso anno.