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11 settembre 1973, una suite jazz ricordando il golpe

11 settembre 1973, una suite jazz ricordando il golpeDaniele Sepe – foto di Natalino Russo

Note sparse Un disco dal vivo di Daniele Sepe con la registrazione di un concerto al Leoncavallo di Milano per l'album Conosci Victor Jara?

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 marzo 2023

Per ricordare il cantautore cileno Victor Jara, assassinato dagli sgherri di Pinochet nel 1973, giusto nel settembre di cinquanta anni fa, Daniele Sepe ha fatto uscire Conosci Victor Jara? (Live), la registrazione di un concerto al Leoncavallo di Milano, con la presenza di Jose Seves (storico componente degli Inti Illimani) e Massimo Ferrante alle chitarre e Auli Kokko alla voce più un numero imprecisato strumentisti dell’allora Art Ensemble of Soccavo. Il concerto faceva parte del tour di presentazione del disco omonimo, pubblicato nel 2000, con la Manifesto Dischi. Settanta minuti di musica (disponibili su Spotify e altre piattaforme), pescando a piene mani nel canzoniere dello sfortunato musicista di origine contadina (dalla sfrenata A cochabamba me voy fino all’evergreen Te recuerdo Amanda, il nome della madre che si portava il piccolo Victor quando andava a cantare sia alle feste in campagna o alle veglie funebri) mischiati con altri grandi classici di autori latinoamericani (come Calambito Temucano di Violeta Parra, Juan sin tierra di Josè Saldana o Procissao di Gilberto Gil, una sarabanda brasiliana di percussioni e fiati conclusa dai ritmi dei fujenti della Madonna dell’Arco).

DISCO ELETTRIZZANTE con incendiarie tirate free-jazz, qualche rielaborazione di pezzi tradizionali (La malahena, Cantar bien) e brani più conosciuti, Fina Estampa e Pepin e Anita che facevano parte della nutrita schiera di melodie generalmente eseguite come bis. Un modo per riscoprire il militante della gioventù comunista e componente della commissione cultura che narrava di vita quotidiana con quel linguaggio autenticamente popolare, quella vena folk che parla dei problemi della gente, con il canto dolce e la musica semplice e diretta della sua seicorde.

Disco elettrizzante con incendiarie tirate free-jazz, qualche rielaborazione di pezzi tradizionali (La malahena, Cantar bien) e brani più conosciuti,

«L’11 SETTEMBRE 1973, il giorno del golpe contro il presidente Allende, Jara non rimase a casa ad ascoltare la radio, né cercò di fuggire ma andò all’università per organizzarsi insieme ai tanti compagni per i quali aveva composto e cantato la sua musica. Fu catturato, portato insieme a migliaia di persone nello stadio di Santiago, e dopo giorni di torture e di terrore, gli maciullarono le mani, lo trucidarono».
Oggi la Fondazione Victor Jara (https://fundacionvictorjara.org) gestita dalla moglie Joan, cerca di mantenere viva la memoria e l’opera di questo working class hero con iniziative didattiche e rassegne musicali.

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