L’ultradestra cattolica colonizza il giorno della Hispanidad: «Non fu genocidio»
12 ottobre, "scoperta" dell’America Macché schiavisti, «furono eroi e santi»: in Spagna è Vox a guidare il tentativo di riscrivere la storia dei conquistadores
12 ottobre, "scoperta" dell’America Macché schiavisti, «furono eroi e santi»: in Spagna è Vox a guidare il tentativo di riscrivere la storia dei conquistadores
«Né schiavisti, né genocidi, furono eroi e santi». Per il giorno dell’Hispanidad che si è celebrato oggi, 12 ottobre, l’Associazione cattolica di Propaganda (AcdP), una delle più potenti della destra ultraconservatrice spagnola, ha predisposto circa 200 cartelli in più di 60 città della Spagna per smentire la Leyenda negra della colonizzazione spagnola dell’America centro-meridionale.
«Di fronte ai nemici della Spagna, agli ignoranti, niente di meglio che la verità: Felice 12 ottobre» (1492, Colombo “scopre” l’America), sostengono sempre i cartelloni. La verità dell’estrema destra cattolica spagnola, ben rappresentata in politica da Vox, è che altri imperi furono schiavisti e genocidi, non gli spagnoli che invece «affrontarono i pericoli» dell’ignoto «per civilizzare e portare la fede» alle popolazioni indigene. Le quali poi sarebbero assai grate di cotanta civilizzazione.
I CARTELLONI infatti esibiscono un codice QR che conduce a un video pubblicato dalla Acdp su YouTube, titolo «Smontando la Leggenda negra spagnola in due minuti», che mostra la conversazione tra «uno storico difensore dei diritti umani» e una persona di origine latinoamericana. Il difensore dei diritti umani espone le atrocità commesse nella conquista dell’America, mentre il latinoamericano smentisce: «Genocidi sono stati francesi e inglesi, non gli spagnoli. Per questo conserviamo tratti indigeni. Perché vi fu un meticciato».
Insomma, un Dia de la Hispanidad che per l’ultradestra dovrebbe essere impostato a una sorta di “stessa faccia, stessa razza” in versione spagnola.
La destra cattolica pensa così di smentire le accuse che alla Conquista furono rivolte da un rappresentante della stessa Chiesa, il vescovo Bartolomé de las Casas, il quale, già nella prima metà del Cinquecento, riferiva di 12 milioni di indigeni vittime della colonizzazione spagnola. (Per quanto riguarda Cuba, e altre isole del Caribe, la popolazione indigena fu quasi completamente eliminata).
L’ULTRADESTRA IBERICA mette i piedi nel piatto delle polemiche seguite al mancato invito per il re Felipe VI alla cerimonia di insediamento il primo ottobre della presidente messicana Claudia Sheinbaum. La casa reale spagnola si era sdegnosamente rifiutata in più occasioni di fare una qualche ammenda, smentendo la Leyenda negra sui crimini di genocidio commessi nel corso della dominazione dell’America del Centro-Sud. La ferita diplomatica resta ancora aperta.
Chi invece proprio il primo ottobre ha rivendicato le tesi dell’ultra destra spagnola è stata la coppia Javier Milei e Nayib Bukele nel corso della loro calorosa stretta di mano a Buenos Aires. Il presidente argentino e il collega di San Salvador sono fautori del consolidamento in America Latina della Conferencia de Acción Política Conservadora (Cpac) – che fa riferimento a Trump come pure alla spagnola Vox – come base di quella «nuova destra» latinoamericana che allinea anche il brasiliano Bolsonaro e la peruviana Dina Boluarte. Tutti, tra l’altro, fautori di politiche repressive nei confronti degli eredi delle popolazioni indigene.
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