Il torrenzialmente sulfureo Daniele Sepe è stato messo al tappeto dalla pestilenza pandemica. Per reagire, in qualche modo, all’impossibilità di esibirsi dal vivo, il sassofonista napoletano ha affittato uno studio e ha registrato un po’ del repertorio abitualmente eseguito live, insieme ai suoi fidi accompagnatori della Rote Jazz Fraktion. In questo tempo carico di incertezze, si è affidato ai pilastri della buona educazione musicale: grande scrittura jazzistica, amate colonne sonore da film, melodie popolari e napoletane, quel tocco d’imprevedibilità e ironia in grado d’incendiare le trombe di Eustacchio, i padiglioni auricolari e altri condotti uditivi assortiti. NE SONO VENUTI fuori...