Zelensky non si dà per vinto e oggi parlerà di fronte al Congresso statunitense per un discorso che si annuncia fondamentale. Dopo i timori delle ultime settimane per l’ostruzionismo repubblicano all’approvazione di un nuovo pacchetto d’aiuti economici a Kiev del valore di 61 miliardi di dollari, il presidente ucraino tenterà l’ennesimo colpo di scena.

«NON HO PERSO la battaglia dei fondi Usa» aveva dichiarato al quotidiano argentino Clarin, il presidente ucraino durante la sua visita in Argentina per l’insediamento del neopresidente Milei. Stavolta però l’impresa sembra quasi impossibile persino per il carismatico capo di stato in uniforme. Non sappiamo se la decisione di recarsi personalmente a Buenos Aires nascondesse già la segreta intenzione di allungare il viaggio verso gli Usa. Diverse indiscrezioni facevano presagire la possibilità che Zelensky incontrasse il primo ministro ungherese Viktor Orbán a margine della cerimonia nella capitale argentina per parlare faccia a faccia dell’ingresso di Kiev nell’Ue. I pochi secondi di scambio tra i due di fronte alle telecamere di tutto il mondo hanno scatenato la curiosità della stampa. Cosa si saranno detti i due leader? Il portavoce di Orbán, Bertalan Havasi, ha confermato all’agenzia Reuters che le rapide battute scambiate tra i due politici riguardavano l’entrata dell’Ucraina nell’Unione europea. Il che è abbastanza ovvio, se si considera che questa settimana potrebbe essere cruciale per l’eventuale messa in agenda dell’allargamento dell’Ue. Zelensky lo ha definito «uno scambio sincero» senza sbilanciarsi oltre e aggiungendo, invece, che si aspetta «l’arrivo di decisioni positive sui negoziati per l’allargamento».

INOLTRE, LA MISSIONE del capo di stato in Argentina aveva come obiettivi una serie di incontri bilaterali con i leader sudamericani, in un contesto in cui la guerra in Europa dell’est non ha mai fatto registrare le stesse prese di posizione nette ed entusiaste dell’Occidente. Secondo l’ufficio stampa della Verkhovna rada Zelesnky ha incontrato gli omologhi di Paraguay, Uruguay ed Ecuador. Tra i presenti, alcune figure di spicco della destra populista internazionale come il capo del partito spagnolo Vox, Santiago Abascal, e l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Il rischio per Zelensky di essere tacciato di opportunismo era altissimo e dunque non stupisce che la posta in gioco fosse altrettanto alta.

«L’Ucraina non crollerà e così l’Europa non crollerà, siamo l’ultima frontiera ad est» ha dichiarato Zelensky alla vigilia dell’incontro odierno con il presidente Usa Joe Biden. Tra l’altro, ha annunciato che rivelerà «a Biden e al Congresso i nostri obiettivi del 2024». La settimana scorsa il capo di stato aveva annullato a sorpresa una visita a Washington in un clima ancora peggiore di quello attuale, poco prima che la votazione al Congresso si arenasse per il mancato raggiungimento del quorum necessario a far passare il pacchetto di finanziamenti straordinari a Ucraina, Israele, Pacifico e sicurezza alla frontiera con il Messico.

ZELENSKY oggi ha in programma anche una riunione al Fondo monetario internazionale e gli analisti prevedono che l’istituto approverà oggi un nuovo prestito di 900 milioni di dollari di prestito al suo Paese.