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Zelensky all’Onu: «Non è qui che si può raggiungere la pace»

Volodymyr Zelensky durante il suo discorso alla 79ma Assemblea Generale dell’Onu a New YorkVolodymyr Zelensky durante il suo discorso alla 79ma Assemblea Generale dell’Onu a New York – Ap

Assemblea generale Onu Il presidente ucraino denuncia il potere di veto della Russia, e parla del rischio di «catastrofe nucleare» per l’occupazione delle centrali

Pubblicato un giorno faEdizione del 26 settembre 2024

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante il suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni unite, ha esortato a non dimenticare la guerra estenuante in cui è coinvolto il suo paese a causa dell’invasione russa, in un momento in cui gran parte dell’attenzione mondiale è rivolta all’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente. Cercando di continuare a raccogliere sostegno, dopo oltre due anni di guerra, Zelensky ha pronunciato un discorso in cui torna a ribadire come la guerra in Ucraina non sia un problema solo del suo paese, ma che interessa e coinvolge altri stati, e ha definito la Russia una minaccia per più nazioni.

NONOSTANTE le sue dimensioni, ha detto, la Federazione russa «vuole ancora più terra, più terra, il che è folle, e se la sta prendendo giorno dopo giorno mentre cerca di distruggere il suo vicino».

Ogni paese confinante con la Russia, in Europa e Asia centrale, ha continuato il presidente ucraino, «sente che la guerra potrebbe arrivare anche da loro».
Zelensky ha sottolineato i pericoli posti dal conflitto, tra cui la catastrofe nucleare, ricordando come le truppe russe continuino ad occupare uno degli impianti dell’Ucraina, la centrale di Zaporizhzhia, e che un simile disastro certo «non rispetterebbe i confini statali». È poi tornato a ripetere che l’Ucraina si è posta come il baluardo contro l’aggressione della Russia. «È il popolo ucraino che sente tutto il dolore di questa guerra . Sono i bambini ucraini che stanno imparando a distinguere i segni di diversi tipi di artiglieria e tipi di droni, a causa della guerra della Russia».

NEL SUO DISCORSO Zelensky ha poi chiesto il sostegno «di tutte le nazioni» per aiutare Kiev a vincere la guerra, in quanto qualsiasi tentativo parallelo o alternativo di cercare la pace sarebbe finalizzato a «raggiungere una tregua invece che la fine della guerra», indicando la sua formula di pace come l’unica via da seguire. Piano di pace i cui contenuti sono ancora sconosciuti, e di cui parlerà con il presidente Joe Biden a Washington. «Forse – ha aggiunto – ottenendo un cessate il fuoco invece della vera pace, qualcuno vuole vincere un premio Nobel per arricchire la propria biografia politica, ma gli unici premi che Putin darà in cambio saranno più sofferenze e disastri». Parlando dei paesi che sostengono il Cremlino, ha indicato la Corea del Nord e l’Iran, come due nazioni che hanno fornito armi alla Russia, e ha definito i legami tra i tre paesi una «scelta significativa di amici».Dall’assemblea dell’Onu, ha poi dichiarato impossibile risolvere «veramente e fermamente le questioni di guerra e di pace» all’interno delle Nazioni unite per via del potere di veto detenuto dalla Russia nel Consiglio di sicurezza. «Quando l’aggressore esercita il potere di veto, l’Onu non ha il potere di fermare la guerra, ma il piano di pace (il suo, ndr) può farlo».

MAI COME QUEST’ANNO la parola pace è stata impiegata nei discorsi dei leader presenti all’Assemblea generale, sia in riferimento all’Ucraina che al Medio Oriente. Con il procedere degli interventi, l’isolamento di Israele sulla scena mondiale è emerso come uno dei punti focali di questo summit.
Il presidente del Brasile Lula ha descritto le azioni di Israele a Gaza come una «punizione collettiva», e più capi di stato hanno parlato di genocidio.
Secondo il Wall Street Journal l’Onu non è in grado di costringere Israele a fermarsi, e ciò rende le Nazioni unite uno spazio «dove i Paesi possono facilmente votare per risoluzioni contro il governo israeliano senza gravi conseguenze diplomatiche». Il fatto che i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, inclusi gli Usa, il più grande alleato di Israele, abbiano anche poteri di veto, significa che sono loro quelli che alla fine possono «dettare la politica internazionale in suo favore».

L’ARRIVO di Netanyahu a New York è previsto per oggi, il suo discorso all’Assemblea generale è in calendario per domani; con il suo arrivo sono attese anche manifestazioni di protesta. Martedì c’è già stata una prima manifestazione, lontana dal Palazzo di vetro, e circa tre dozzine di persone sono state arrestate. Ad organizzarla è la rete Answer (Act Now to Stop War and End Racism), che per oggi e domani ha in programma nuove manifestazioni. E si aspetta nuovi arresti.

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