Zaporizhzhia, la missione Aiea parte fra accuse incrociate
Il limite ignoto L’ucraina Energoatom: i russi vogliono nascondere i crimini commessi nella centrale. Mosca teme che l’ispezione dell’Agenzia atomica possa dare inizio a un presidio permanente dell’Onu
Il limite ignoto L’ucraina Energoatom: i russi vogliono nascondere i crimini commessi nella centrale. Mosca teme che l’ispezione dell’Agenzia atomica possa dare inizio a un presidio permanente dell’Onu
Mentre la missione dell’Aiea è sulla via per Zaporizhzhia, continuano le accuse reciproche tra Ucraina e Russia sulla gestione della centrale. Il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha affermato che «sarà senza esagerazione la missione più difficile nella storia dell’Aiea».
L’Energoatom, l’agenzia atomica ucraina, afferma che i lavoratori nella centrale (tutti ucraini) stanno subendo pesanti pressioni da parte dei russi affinché rivelino il meno possibile agli ispettori dell’agenzia internazionale quello che sta accadendo all’interno del sito per nascondere i crimini commessi dai militari che, dal 4 marzo, occupano la centrale.
L’agenzia ucraina ha anche affermato che i russi stanno evacuando il sito nucleare da tutte le armi e i mezzi militari che erano stati parcheggiati nel suo interno.
NEGLI ULTIMI GIORNI l’Eastern Human Rights Advocacy Group ha rilasciato notizie non confermate secondo cui i russi avrebbero ricavato delle celle all’interno di alcuni locali sotterranei della centrale dove i lavoratori più restii a sottomettersi alle regole imposte dagli occupanti sarebbero stati detenuti e, a quanto affermato dallo stesso gruppo, torturati. Le stesse celle sarebbero servite anche a custodire «attivisti, volontari, uomini d’affari locali e cittadini comuni che non appoggiano gli invasori (i quali) sono soggetti ad abusi e torture».
Da parte sua, Mosca chiede alla comunità internazionale di premere su Kiev per convincerla a non bombardare la centrale e le zone circostanti. Accuse respinte al mittente da parte della Energoatom che nei giorni scorsi ha anche pubblicato una cartina in cui mostra i territori che verrebbero colpiti dalle radiazioni nel caso si sprigionasse una nube radioattiva da uno degli impianti della centrale. Per drammatizzare la situazione, la stampa ucraina ha mostrato scene in cui venivano distribuite pillole di iodio nei centri sanitari attorno alla centrale. Sarebbero 400.000 le persone a cui sarebbero state consegnate le pastiglie che, a onor di cronaca, sono completamente inutili perché lo iodio-131, il radioisotopo contro cui ci si dovrebbe difendere in caso di incidente, ha un tempo di dimezzamento di soli otto giorni e quindi è già decaduto nei depositi di scorie radioattive conservate da anni nella centrale.
Nonostante le reiterate e periodiche nefaste profezie ucraine, sino ad oggi nessun livello di radioattività anomalo è stato registrato nell’atmosfera attorno alla centrale, segno che tutti gli impianti sono protetti e in sicurezza.
IL PRESIDENTE UCRAINO Zelensky ha invece attaccato la comunità internazionale per non aver ancora implementato alcuna azione contro la Rosatom, l’agenzia atomica russa, i cui tecnici sono presenti a Zaporizhzhia: «Non è normale che non vi sia alcuna sanzione contro la Rosatom per il suo ricatto radioattivo alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. I russi sono i soli terroristi al mondo che sono riusciti a trasformare una centrale nucleare in un campo di battaglia» ha detto Zelensky.
Secondo gli ucraini, Mosca starebbe cercando di connettere la centrale di Zaporizhzhia, la più grande in Ucraina e in Europa, alla rete russa e alla Crimea. Le disconnessioni della centrale dalla rete a 740 kV collegata alla rete ucraina iniziate il 25 agosto scorso, avrebbero come fine proprio di dirottare la produzione elettrica verso est e verso sud privando Kiev del 20% della sua produzione energetica interna. Secondo Ukrenergo, la compagnia energetica statale ucraina, la produzione totale di energia prodotta nel Paese prima della guerra proveniva per il 50% da fonti nucleari di energia nucleare. Oggi, a causa della distruzione e della messa fuori uso di centrali termiche e energie rinnovabili quali fotovoltaico ed eolico, la dipendenza dal nucleare ha raggiunto il 70%. Chiaro, quindi, che mancando l’apporto dei due reattori funzionati a Zaporizhzhia (i reattori 5 e 6), la produzione elettrica calerebbe drasticamente costringendo l’Ucraina ad importare energia elettrica dall’Europa.
NEL FRATTEMPO Mosca ha indicato la possibilità che, a causa della missione dell’Aiea, si crei una missione permanente dell’Onu attorno a Zaporizhzhia. Lo storico russo Oleg Barabanov, direttore del Valdai International Discussion Club, un think-tank russo e dell’Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionale (MGIMO), dopo aver detto di aspettarsi che gli ispettori dell’Aiea non rilasceranno nessun documento incriminante nei confronti dell’Ucraina, ha affermato che «la missione Aiea potrebbe diventare permanente e ad un certo punto potrebbe sollevare la questione della sicurezza. A quel punto potrebbe essere dispiegato un contingente delle Nazioni unite» attorno a Zaporizhzhia per «strappare alla Russia il controllo di Energodar».
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