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Zanzare e acqua potabile a rischio per 700 mila a Kherson

Zanzare e acqua potabile a rischio per 700 mila a KhersonCivili intrappolati nell'acqua a Kherson – Ap

Sotto la diga saltata Secondo l'Onu «l’Ucraina si trova ad affrontare una situazione umanitaria enormemente peggiore rispetto ai mesi scorsi». Si temono epidemie

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 giugno 2023

L’acqua continua a scendere a Kherson ma non ci sono buone notizie in vista. Come ha dichiarato il capo degli Affari umanitari dell’Onu, Martin Griffiths, «l’Ucraina si trova ad affrontare una situazione umanitaria enormemente peggiore rispetto ai mesi scorsi in seguito al crollo della diga».

Secondo Griffiths 700 mila persone sono già da considerare a rischio per quanto riguarda le forniture idriche e la cifra si avvicina pericolosamente al milione paventato dalle autorità ucraine giovedì scorso. Le tubature dell’acqua potabile, sia in città sia nei paesini colpiti dall’alluvione, saranno inutilizzabili nell’immediato. E anche se i lavori di manutenzione dovessero procedere a velocità massima, rimane il problema dell’approvvigionamento. La diga di Nova Kakhovka, infatti, forniva acqua da bere a un’area molto vasta che da Zaporizhzhia arriva fino in Crimea.

ORA, IL PROBLEMA non è solo come far arrivare l’acqua rimasta nel bacino (si ricordi che non tutta la diga è crollata, ma una parte superficiale dell’argine) ai civili, ma come eliminare quella che rimarrà al di fuori. Carcasse di animali, rifiuti solidi e chimici, prodotti di scarto risucchiati dalle fognature e chissà che altro si trovano nei 4 metri e mezzo di marea che lentamente defluisce dalle zone allagate. Porre rimedio a una crisi del genere sarebbe già estremamente complesso in tempo di pace, figurarsi ora.

Inoltre, c’è uno spettro che si aggira tra un capannello di volontari e l’altro e che viene evocato ad alta voce solo da qualche anziano: il rischio di epidemie. Con le temperature destinate ad alzarsi progressivamente (ieri a Kherson il termometro indicava 28°) e la mole di rifiuti galleggianti negli acquitrini che tra poco si formeranno, la profilassi diventa fondamentale. Le zanzare che già invadono le strade allagate rendendo fastidioso ogni movimento tra pochi giorni saranno nuvole che si aggireranno tra le carcasse degli animali inghiottiti dalla piena e il cibo in putrefazione.

A PROPOSITO DI CIBO, l’altra emergenza non è immediata ma già si prefigura. L’Onu ritiene che l’allagamento dei terreni agricoli in uno dei più importanti «granai» del mondo causerà una serie di «problemi a cascata», tra cui la riduzione delle esportazioni di cereali, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari a livello globale e la riduzione della disponibilità di cibo per milioni di persone.

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