Cultura

Zainab, espatriata e apprendista newyorkese

Zainab, espatriata e apprendista newyorkeseUn'opera dell'artista della Costa d'Avorio Abdoulaye Diarrassouba, nota come Aboudia

Narrativa africana «Zainab conquista New York» (Marcos y Marcos) della ghanese Ayesha Harruna Attah, nata ad Accra nel 1983, espatriata negli Usa per motivi di studio e poi trasferitasi in Senegal, dove attualmente vive e scrive. Il libro racconta la storia di una ragazza del Ghana che cerca di sfondare come fumettista nella Grande Mela

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 9 aprile 2022

Per una ragazza di nome Zainab, che a 21 anni non ancora compiuti approda a New York dal Ghana con il sogno di sfondare come fumettista e scrivere un giorno una graphic novel, gli inizi non sono facili, ma per fortuna le antenate che si porta appresso come involontario bagaglio (e anche fastidioso tormento), si riveleranno un aiuto fondamentale per navigare nelle acque perigliose che lambiscono la Grande Mela e indirizzarla sulla giusta rotta.

Questa la stravagante trama di Zainab conquista New York (trad. di Francesca Conte, Marcos y Marcos, pp. 367, euro 18) della ghanese Ayesha Harruna Attah, nata ad Accra nel 1983, espatriata negli Usa per motivi di studio e poi trasferitasi in Senegal, dove attualmente vive e scrive. Già nota al pubblico internazionale e vincitrice di prestigiosi premi per i precedenti I cento pozzi di Salaga (che con un’approfondita ricostruzione storica torna ai tempi della schiavitù) e Il grande azzurro (che si apre a un contesto internazionale e trans-atlantico, ripercorrendo le travagliate vicende del colonialismo, tratteggiando un ritratto vivido delle culture sincretiche che la diaspora africana ha generato), qui l’autrice persegue un desiderio di leggerezza ed evasione che dice esserle stato suggerito dalla pandemia, creando un’eroina inesperta e determinata, alle prese con le prime avventure lavorative e sentimentali in una metropoli sfavillante ma apparentemente fagocitante.

NEL MELTING POT che New York rappresenta (con la comunità ghanese più estesa di tutti gli Stati Uniti), Zainab fa esperienza della vita e al tempo stesso del mondo, dapprima appoggiandosi alla famiglia di uno zio che vive nel Bronx, e poi andando da sola oltre i confini e le restrizioni fisiche e mentali della sua comunità ad esplorare tutto ciò che la città ha da offrire, non senza il corollario di voci, commenti e consigli non richiesti e spesso contrastanti delle chiassose e impiccione trisavole che si affollano nella sua mente nei momenti più difficili, emblematici o inopportuni. Zeina, dalla pelle rosso mattone e la lingua tagliente, è quella che più volte le ha pronunciato il monito «vergogna», per ricordarle gli usi e le tradizioni della patria, mentre Jamila, l’antenata più anziana e dolce, «color sabbia del Sahara, delicata come un fossile e da trattare con sommo rispetto», la incoraggia e sostiene. E infine Fati, voce a lei più familiare, da cui Zaynab ha ereditato il colore della pelle talmente scura da luccicare, stempera lo zucchero dell’una e l’acido dell’altra.

CON QUESTA INVISIBILE corazza ancestrale, la giovane espatriata acquista sicurezza e sviluppa strategie di sopravvivenza, approdando a Bushwick, camaleontico quartiere della street art nel cuore di Brooklyn, un tempo popolato dalla classe operaia e zona poco raccomandabile, ma rinato e trasformato dagli artisti di strada in galleria d’arte a cielo aperto, riuscendo in imprese di primo acchito impensabili, come perdere la verginità o entrare, pur non avendone l’età, al Pianos, storico locale del Lower East Side che ospita musicisti emergenti.

In un mix di inscindibili contaminazioni culturali e linguistiche, dalla musica alla tavola (in una serie di piatti preferiti provenienti da tutto il mondo, dal kelewele ghanese al adobong manokk sa buko delle filippine), passando per la moda, l’arte e lo stile, l’imprecazione favorita di nonna Jamila, «wo yo», diventa per Zaynab versatile interiezione per trasmettere al tempo stesso sorpresa e shock davanti a qualcosa di inaspettato, e «tutta la gamma di emozioni in mezzo». Mentre si destreggia da «apprendista newyorkese» ispirandosi alla sua eroina Carrie di Sex and the City, tra difficoltà di inserimento e imprevisti, goffi approcci amorosi e complicate amicizie, una playlist che va dall’afro-beat al pop degli anni 2000 accompagna lei nelle sue giornate e il lettore in una spassosa lettura, speziata e ritmata dalla prima all’ultima pagina.

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