Zaccaro: «È il momento dell’unità, dispiace che alcuni non lo capiscano»
Intervista Il segretario di Area democratica per la giustizia: «Nessuna maggioranza politica, nessun interesse nazionale può sacrificare i diritti delle persone, che vanno difesi al di là di ogni consenso o mandato popolare»
Intervista Il segretario di Area democratica per la giustizia: «Nessuna maggioranza politica, nessun interesse nazionale può sacrificare i diritti delle persone, che vanno difesi al di là di ogni consenso o mandato popolare»
«I colleghi della sezione protezione internazionale sono stati vittime di un’aggressione mediatica solo perché hanno fatto il loro lavoro e hanno tutelato i diritti». Giovanni Zaccaro, segretario di Area democratica per la giustizia, è arrivato a Bologna nel cuore dell’affollata assemblea aperta dell’Anm emiliana dopo aver celebrato un’udienza a Roma in mattinata. Il momento, del resto, è di quelli gravi: lo scontro tra governo e magistratura è ben oltre il livello di guardia. La folla che ha riempito la sala «Primo Zecchi» del tribunale di Bologna lo testimonia: non è un momento come un altro dell’eterna questione giudiziaria che da un trentennio è diventata centrale nell’opinione pubblica.
«Sono venuto per esprimere solidarietà a Gattuso – prosegue Zaccaro – ma anche magistrati della Corte dei conti, il cui ruolo costituzionale rischia di essere ridimensionato per effetto della recente proposta di riforma. E poi anche all’avvocato Scalise, presidente della camera penale di Roma, dileggiato in parlamento solo perché ha parlato in difesa della libertà personale di taluni imputati».
Si aspettava questa affluenza?
Di sicuro questa grande partecipazione è un segnale. Credo sia fonte di grande speranza per noi e di fiducia nel fatto che il diritto riuscirà a sopravvivere alle pulsioni maggioritarie.
Gli attacchi personali al giudice Marco Gattuso sono un fatto di particolare gravità e probabilmente hanno smosso l’opinione pubblica.
Su questo dobbiamo essere molto chiari: la critica ai provvedimenti è giusta, anzi direi addirittura fondamentale, ma questo è vero solo finché ci si confronta con le motivazioni e non diventa dileggio verso gli aspetti più intimi della vita di una persona.
Non crede che questa serie di attacchi personali sia un modus operandi per la destra? Prima di Gattuso abbiamo visto quello che è stato detto sui giudici di Catania, Palermo e Roma…
Diciamo che così si comportano molti giornali e molti esponenti politici. Scelgono di rinunciare a confrontarsi sul merito delle questioni e si concentrano su altro. Se prendiamo il caso di Iolanda Apostolico, dopo tanti attacchi e tanto rumore mediatico, alla fine, il governo ha anche rinunciato ad andare avanti con i suoi ricorsi.
Intanto il ministro Matteo Piantedosi ha annunciato che altri migranti verranno portati verso l’Albania, nonostante il tribunale di Roma abbia già annullato dodici trattenimenti e la questione, sul piano del diritto, appare chiara. Pensa che il governo stia sfidando la magistratura?
Il governo gestisce come meglio ritiene le politiche migratorie. I giudici, d’altra parte, non possono che garantire i diritti delle persone. Questo è, semplicemente. Peraltro si tratta di un’affermazione che dovrebbe fare qualsiasi esponente politico…
Sull’apertura della pratica a tutela per Gattuso davanti al Csm, Magistratura indipendente prima non ha firmato il documento condiviso da tutti gli altri, poi ne ha presentato uno suo…
Credo sia il momento dell’unità a difesa della giurisdizione. Mi spiace che alcuni non lo capiscano o lo capiscono in ritardo.
A gennaio si rinnoverà il comitato direttivo centrale dell’Anm. Quanto c’è di elettorale in questa mossa di Magistratura indipendente?
Bisognerebbe chiederlo a loro. A prescindere dagli interessi elettorali, comunque, voglio ribadire che questo è il momento dell’unità di chi esercita la giurisdizione, dei magistrati, degli avvocati, degli operatori del diritto, per testimoniare che nessuna maggioranza politica, nessun interesse nazionale può sacrificare i diritti e le garanzie fondamentali delle persone, che spetta a magistrati ed avvocati difendere, al di là di ogni consenso o mandato popolare.
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