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Xi la spunta anche sulla tassa sugli immobili: via libera dal Consiglio di Stato

Xi la spunta anche sulla tassa sugli immobili: via libera dal Consiglio di StatoPechino – Ap

Cina Al momento le tasse erano state sperimentate a Shanghai e Chongqing ma solo su immobili di fascia alta o seconde case

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 24 ottobre 2021

Ogni desiderio di Xi pare avverarsi, perfino quando sembra davvero improbabile: ieri il Consiglio di Stato cinese ha ufficializzato il lancio della sperimentazione in alcune regioni – da decidersi – di una tassa sulla proprietà degli immobili. Al momento le tasse erano state sperimentate a Shanghai e Chongqing ma solo su immobili di fascia alta o seconde case.

Si tratta del compimento di una discussione che si protrae dal 2003 e che di recente è tornata di grande attualità, come soluzione per frenare la bolla immobiliare. Le difficoltà per una sua approvazione dipendevano da diversi fattori, compresa la diffidenza dei funzionari del Pcc e il timore di colpire in questo modo gran parte della classe media (secondo i dati della banca centrale cinese il 90 per cento delle famiglie possiede una casa).

Nei giorni scorsi il Wall Street Journal aveva riportato che «Alcuni membri anziani del partito in pensione hanno presentato una petizione contro l’imposizione della nuova tassa», sostenendo che loro stessi non potevano permettersi di pagare tasse aggiuntive. «Così tante persone, compresi i membri del partito, possiedono più di una proprietà, la proposta fiscale sta diventando un potenziale problema di stabilità sociale». Un’alternativa proposta era quella di «alloggi a prezzi accessibili forniti dalle imprese statali».

Secondo questa idea, «la Cina ritornerebbe essenzialmente a un sistema a “doppio binario” con alloggi sovvenzionati dal governo offerti insieme a alloggi commerciali». Il quotidiano in cinese Zhengquan ribao aveva specificato che secondo gli analisti «l’introduzione della tassa sulla proprietà non solo aiuterà a stabilizzare il frenetico mercato immobiliare, ma compenserà anche le carenze nelle entrate del governo locale».

Zhang Yiqun, vice direttore di un comitato presso la Society of Public Finance of China, un organo consultivo del governo, aveva sottolineato i contributi positivi dell’imposta sulla proprietà, avvertendo «che tale imposta deve essere applicata in modo incrementale». Più scettico era stato Jia Kang (un economista specializzato sul tema e sulla cosiddetta «redistribuzione terziaria» tornata di grande attualità dopo il lancio della «prosperità comune» da parte di Xi) che su Caijing aveva scritto che «È improbabile che la tassa sulla proprietà possa frenare l’aumento dei prezzi delle case nelle città di primo livello come Pechino e Shanghai, anche se certamente smorzerebbe gli investimenti speculativi».

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