I canali russi parlano di «attacchi codardi a insediamenti pacifici da parte degli ucraini per minare le elezioni presidenziali», come se non ci fosse una guerra in corso da due anni. Quasi come se i raid sulle regioni russe confinanti con l’Ucraina di Belgorod e Kursk e nella parte occupata di Kherson fossero inattesi. Invece, se da un lato del fronte ieri hanno aperto i seggi elettorali, dall’altro si continua a combattere. Persino il Cremlino è sembrato vagamente offeso per la mancanza di tatto di Kiev. Putin ha tuonato che i raid «non resteranno impuniti», aggiungendo che oltre 2500 soldati, mezzi e armamenti ucraini che tentavano di oltrepassare la frontiera sono stati distrutti negli ultimi tre giorni.

MA NON C’È alcuna tregua in corso e anche oggi e domani l’allerta sarà altissima. Del resto l’artiglieria russa non ha smesso di operare e ieri Odessa è stata colpita da un missile di grosso calibro, probabilmente un Iskander lanciato dalla Crimea, che ha causato la morte di almeno 20 civili e il ferimento di altri 50. Al momento di andare in stampa, gli scrutatori russi riordinavano i seggi per la giornata odierna mentre gli odessiti scavavano ancora sotto le macerie per cercare di trovare qualche sopravvissuto.

È stata una giornata lunghissima quella di ieri. I militari russi dei reparti di contraerea sono stati svegliati presto dagli allarmi dei radar. Ancora una raffineria tra gli obiettivi, stavolta nella regione di Kaluga. Ma ciò che ha da subito destato preoccupazione è stata l’intensa attività sui cieli di Belgorod: almeno 20 missili e una decina di droni partiti dal territorio ucraino segnalati a più riprese. La prima salva, a notte fonda, è stata distrutta, poi verso le 8 del mattino un nuovo attacco ha fatto scrivere alla testata Rbc-Ukraine che le operazioni di voto a Belgorod erano sospese e le agenzie occidentali hanno subito ripreso la notizia. «La città trema per le esplosioni, i testimoni oculari si lamentano dei bombardamenti e pubblicano online filmati di incendi» si poteva leggere su Telegram. Il sindaco della grande città ha subito smentito, pubblicando una foto del seggio dove si trovava con sua moglie per «compiere il dovere» di ogni cittadino, ovvero «votare per il prossimo presidente della Russia».

DELLA CARATTERIZZAZIONE in senso ultra-patriottico di questa tornata elettorale in Russia abbiamo già scritto ma anche la giornata di ieri è stata contornata dalle dichiarazioni di funzionari di vario grado sull’importanza di andare a votare. Nel successivo attacco sulla regione di Belgorod sono morte due persone e ne sono state ferite 5, segno del fatto che non si trattava di attacchi isolati. Qualcuno degli scrutatori si è persino recato al seggio con l’elmetto, scatenando l’ilarità dei colleghi di fronte alla stampa. Tuttavia, il clima non era sereno e le autorità locali ha invitato a «fidarsi solo dei media russi».

LA PAURA che oltre alle azioni militari gli ucraini tentassero di disturbare le elezioni con altri tipi di interventi era fondata. La possibilità di votare anche on-line (come ha mostrato in un video il presidente Putin) porgeva il fianco anche ad attacchi telematici. E infatti, i servizi segreti militari ucraini (Gru) hanno rivendicato diversi «cyberattacchi» alla piattaforma per il voto russo che avrebbero creato «seri» problemi al nemico sovraccaricando i portali vybory.gov.ru e mos.ru necessari a esprimere la preferenza via internet e provocando guasti al sistema. La presidente della Commissione elettorale centrale russa (Cec), Ella Pamfilova, ha però smentito le affermazioni ucraine, accusando Kiev di «diffondere fake news». Poco dopo il ministero russo per lo Sviluppo digitale ha chiarito che in ogni caso il sistema di voto online «è costantemente sottoposto ad attacchi informatici» che finora sono stati «tutti respinti». A fine giornata lo stesso ministero ha annunciato che oltre 3 milioni di persone, ovvero il 65% di coloro i quali si erano registrati per votare on-line, ha già votato.

NEL POMERIGGIO anche la parte occupata della regione ucraina di Kherson, una delle quattro regioni che Mosca ha annesso nel 2022, ha subito un attacco missilistico, stavolta proprio a ridosso di un seggio elettorale. «Le forze armate ucraine hanno attaccato nei dintorni della città di Kakhovka e nel villaggio di Brylivka, dove si trovavano le commissioni elettorali locali. Non ci sono state vittime a Kakhovka. Ci sono vittime a Brylivka» si legge nel comunicato della Cec in seguito al bombardamento. Inoltre, «a Skadovsk, un ordigno esplosivo improvvisato è stato collocato in un bidone della spazzatura davanti al seggio elettorale. C’è stata una detonazione ma nessuna vittima» hanno scritto i funzionari locali del Kherson. Anche oggi il livello di allerta alla frontiera e nelle regioni occupate e separatiste sarà massimo.