«Un paese nuovo: è tempo di pensare a cosa vogliamo» M. ha 25 anni. È laureato in Scienze politiche e lavora nel negozio di suo fratello. «Se per ipotesi domani al risveglio non trovassimo più l’apparato politico e amministrativo responsabile della mancanza di libertà sociale e politica, saremmo contenti. Ma questa è solo la parte emotiva della questione. La maggioranza della popolazione è frustrata, ha subito molte pressioni, delusioni, violenze, soprusi. Ha perso completamente la fiducia nei politici e nei dirigenti, è naturale che sia arrabbiata e che voglia spedire tutti all’inferno. Ma occorre pensare che per prima cosa una rivoluzione è...