Visti ai russi, no al blocco ma la Ue li complica un po’
Crisi ucraina Soluzione di compromesso: sospeso l’accordo con la Russia sui visti Schengen del 2007, che ne facilitava la concessione, semplificava le pratiche, le rendeva più veloci e meno care. Potranno essere rilasciati comunque ma le pratiche si complicano
Crisi ucraina Soluzione di compromesso: sospeso l’accordo con la Russia sui visti Schengen del 2007, che ne facilitava la concessione, semplificava le pratiche, le rendeva più veloci e meno care. Potranno essere rilasciati comunque ma le pratiche si complicano
La Ue sospende “totalmente” l’accordo con la Russia sui visti Schengen del 2007, che ne facilitava la concessione, semplificava le pratiche, le rendeva più veloci e meno care. È la soluzione di compromesso approvata dai ministri degli esteri Ue riuniti a Praga dalla presidenza semestrale del Consiglio Ue, tra uno schieramento (Baltici, Polonia, Scandinavi, Finlandia) che chiedeva la proibizione dei visti a tutti i cittadini russi senza eccezioni e un gruppo (Francia, Germania, Italia, Spagna, Grecia, Cipro, Ungheria) che difendeva un approccio meno drastico, per non allontanare “cuori e menti” dei russi dall’occidente, salvando studenti, artisti, professionisti.
L’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, schierato con l’ala più morbida, ha spiegato che la decisione «ridurrà significativamente il numero dei visti», non ci saranno più visti multipli o pluriannuali, «la procedura sarà più difficile e più lunga». E anche più cara: il prezzo di favore di 35 euro sale a 80.
Le facilitazioni del 2007 erano già state parzialmente sospese a febbraio, dopo l’invasione dell’Ucraina, ma solo per certe categorie di persone, legate al regime e sanzionate dalla Ue. Era anche stato proibito lo spazio aereo Ue ai voli di compagnie russe, cosa che ha spinto i “turisti” a passare dai paesi confinanti.
La Polonia e i Baltici hanno però firmato un documento comune in cui si dicono pronti a proibire unilateralmente i visti per i russi, con eccezioni “per i dissidenti e casi umanitari”. Secondo i dati Frontex, dall’inizio della guerra un milione di russi è entrato nella Ue con un visto Schengen. Un terzo è passato per la Finlandia, che ha previsto drastiche limitazioni da oggi.
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