Visioni

«Vermiglio», l’Italia «al femminile» verso l’Oscar

Una scena da "Vermiglio" di Maura DelperoUna scena da "Vermiglio" di Maura Delpero

Academy Il film di Maura Delpero rappresenterà l'Italia per il miglior film internazionale

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 25 settembre 2024

Sarà Vermiglio a rappresentare Italia per la categoria del miglio film internazionale nella prossima corsa agli Oscar. La commissione istituita dall’Anica (Pedro Armocida, Maria Rita Barbera, Cristina Battocletti, Giorgia Farina, Francesca Manieri, Guglielmo Marchetti, Paola Mencuccini, Giacomo Scarpelli, Giulia Louise Steigerwalt, Alessandro Usai, Cecilia Zanuso) ha scelto l’opera seconda di Maura Delpero, Leone d’argento – Gran premio della giuria alla Mostra di Venezia – per concorrere alla shortlist dei 15 migliori titoli internazionali che sarà annunciata dall’Academy il 17 dicembre.

Sui social c’è già chi dice che Vermiglio ha «battuto» Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino, già Oscar per La grande bellezza (il quale gli ha dedicato un endorsement). Questioni un po’ sciocche perché non potrebbero esserci universi più lontani, uno tutto declinato al maschile, nonostante ruoti intorno a una donna, l’altro al femminile.

La storia di Vermiglio, infatti, che si svolge in un paesino rurale di alta montagna durante la seconda guerra mondiale, mette al centro i destini di tre sorelle, e più in generale delle donne impigliate in un patriarcato che decide le loro vite.

EPPURE a ben guardare il film di Delpero, che una certa critica americana tipo «Variety» ha amato – negli Usa lo distribuiscono Sideshow (Le otto montagne) e Janus Films – ha quella stessa connotazione da cartolina che quando si parla d’Italia funziona sempre, e in più accordata allo «spirito del tempo».

Ci sono, appunto, le donne; e i paesaggi, le texture dei golfini, gli zoccoli – senza «l’albero» perché Olmi citato come referente poco c’entra con questo film – «figurine» di quel paesaggio italiano che si muovono rispondendo a ciò che è necessario senza sorprese.

Piacerà all’Academy? Lo scopriremo presto. Intanto si può sperare che l’entusiasmo governativo («l’Italia del cinema da valorizzare» si legge nel comunicato del sottosegretario Borgonzoni) gli accenda un dubbio sulla (loro) legge cinema. Chissà.

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