«Un massiccio attacco di ritorsione». Da Mosca hanno definito così i raid della scorsa notte contro le infrastrutture energetiche ucraine che hanno messo a rischio la rete elettrica di metà del Paese. Nella regione di Kiev la centrale termoelettrica Tripolye, la più importante della zona, è stata «completamente distrutta», secondo quanto dichiarato dai funzionari di Kiev. Una seconda struttura, nella regione di Sumy, è stata colpita nel pomeriggio da «bombe guidate» di grosso calibro lanciate dai Sukoi russi.

IL MINISTERO della Difesa del Cremlino ha rivendicato subito l’attacco spiegando che si è trattato di «una risposta agli sforzi ucraini di danneggiare l’industria russa del petrolio e del gas e gli impianti energetici» ed esultando per l’«efficacia» dei danni infitti che ostacoleranno «il trasferimento delle riserve nelle aree di combattimento». L’operatore energetico nazionale ucraino, Ukrenergo, ha dichiarato che in seguito agli attacchi alle infrastrutture energetiche di Kharkiv dei giorni scorsi oltre 200 mila persone sono già senza elettricità. Il presidente Zelensky, a latere dell’iniziativa dei «tre mari» a Vilnius, dove si è raggiunta tra l’altro un’intesa per un partenariato strategico tra Kiev e la Lituania, ha chiesto agli alleati unità, invitandoli a «lavorare insieme per «ostacolare la Russia che intende distruggere completamente il settore energetico ucraino». Sarebbero, infatti, più di 80 i missili e i droni che hanno sorvolato i cieli ucraini la notte passata. Il bilancio per ora è di 10 vittime civili, 7 delle quali concentrate nell’area costiera di Odessa e Mykolayiv. «Abbiamo bisogno di difesa aerea non di lunghe discussioni» ha chiosato il presidente, rilanciando nuovamente sulla necessità di ricevere nuovi sistemi di difesa aerea Patriots.

INTANTO IERI la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato in seconda lettura la misura sulla nuova mobilitazione. I funzionari si attendono circa 500mila nuove reclute nel corso del 2024, anche se la cifra sembra quantomeno ottimistica considerando l’esodo di massa degli uomini in età da leva dal 24 febbraio del 2022 e le difficoltà di farli rientrare in patria. La legge introduce un addestramento militare (non meglio specificato) per i cittadini ucraini che durerà 5 anni in tempo di pace e 3 anni in tempo di guerra. Dall’anno prossimo anche nelle scuole saranno obbligatorie delle ore di addestramento militare, anche se in modalità più blande una forma di preparazione militare è sopravvissuta in tutti gli stati ex-sovietici, Ucraina inclusa. Dopo i 18 anni, e fino ai 24, i giovani avranno la possibilità di scegliere quando svolgere il servizio militare. Toccherà a Zelensky rendere definitivo questo provvedimento che militarizza di fatto la vita degli ucraini per i prossimi anni.

DEL RESTO, a breve si attende una misura ben più coercitiva per coloro i quali non sono ancora stati richiamati. Se, come sostiene il generale ucraino Yury Sodol, comandante del distretto militare orientale, «il nemico ci supera di sette-dieci volte, ci manca il personale militare», la necessità dell’esercito di avere forze fresche è ormai imprescindibile. Sullo sfondo le preoccupazioni crescenti per l’apertura di un nuovo fronte nella regione di Kharkiv.
Sul versante diplomatico, il ministro degli Esteri russo ha fatto sapere ieri che non parteciperà alla conferenza di pace organizzata dalla Svizzera a Bürgenstock in quanto «non è stata invitata» e comunque «non avrebbe partecipato lo stesso». Secondo la portavoce del dicastero, Maria Zakharova: «Dietro la conferenza di pace in Svizzera ci sono i democratici americani che hanno bisogno di fotografie e video di eventi che indicherebbero che il loro progetto ‘Ucraina’ è ancora a galla».

PER ZAKHAROVA, l’unico interesse degli Usa sono «le prossime elezioni presidenziali, per loro l’Ucraina e gli altri morti che ci saranno non sono nulla». Le fa eco il portavoce di Putin che ha chiarito: «Qualsiasi negoziato sull’Ucraina senza la partecipazione della Russia non ha senso». Stando a una fonte dell’intelligence occidentale sentita dall’Ansa, al momento Mosca «non ha alcun interesse» alla conferenza di pace in Svizzera poiché «vuole negoziare direttamente con gli Stati uniti» con il beneplacito della Cina.