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Velivoli ai golpisti birmani: gli affari di Parigi e Roma

Velivoli ai golpisti birmani: gli affari di Parigi e Roma

Myanmar Aerei facilmente convertibili per uso militare, nonostante l'embargo

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 19 dicembre 2021

Italia e Francia forniscono velivoli alla giunta golpista birmana, che a febbraio festeggerà il suo primo anno al potere con un bilancio di vittime che già ora supera i 100 morti al mese nelle file dell’opposizione e scontri che in quantità superano persino quelli dell’Afghanistan. Lo denunciano 4 organizzazioni della società civile italiana che già avevano sollevato il caso delle pallottole Cheddite ritrovate nei teatri della repressione birmana: si tratta ora di un ATR-72 600, prodotti in Francia da ATR – joint venture tra la francese Airbus e l’azienda statale italiana Leonardo Corporation – e di un Eurocopter (prodotto ancora da Airbus).

Il primo della lista, l’ATR-72 600 co-prodotto dall’ex Finmeccanica, è un aereo molto versatile che può trasportare fino a 78 persone a 510 Km/h, promosso dalla ATR come un velivolo bimotore e bielica «adatto a tutti i modelli di business e a tutte le regioni del mondo, in qualsiasi tipo di condizione (freddo, caldo, piste ad alta quota, ambienti difficili) e ad un’ampia gamma di aeroporti (non asfaltati, con piste corte o strette, da avvicinamento ripido)». Un documento militare birmano riservato del 2018, reso noto da Justice for Myanmar, rivela cosa possono farci le forze armate e illustra la conversione degli ATR-72 «per trasporto truppe e container», con foto che ne mostrano le caratteristiche.

Anche se non è detto che ora l’utilizzo sia per forza militare, quand’anche non lo fosse e fosse solo per trasporto passeggeri, il solo fatto che tale fornitura sia nelle mani della giunta è di per se grave: Italia-Birmania insieme, Amnesty International, Rete italiana Pace e Disarmo e Atlante delle Guerre ricordano che nei confronti del Myanmar è tuttora in vigore l’embargo stabilito nel 1996 dalla Ue su “armi e munizioni”. Embargo che comprende anche “parti di ricambio, riparazioni, manutenzione e il trasferimento di tecnologia militare” e, dal 26 aprile 2018, include anche “il divieto di esportazione di beni a duplice uso per gli utenti finali militari e della Polizia di frontiera (e) restrizioni all’esportazione di apparecchiature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna, l’addestramento militare e la cooperazione militare”.

Tornando alla giunta birmana c’è anche il caso dell’elicottero medio-leggero Eurocopter dei francesi di Airbus, in dotazione anche all’esercito Usa. Anche in questo caso, almeno in linea teorica, nulla impedisce ai golpisti di convertirlo a scopo militare dotandolo dei sistemi d’arma a controllo remoto (Rcws) per far operare le mitragliatrici in modo robotizzato – installabili su veicoli, navi, edifici e velivoli – che la giunta ha acquistato nel luglio 2021 dalla Bharat Electronics, azienda di armamenti in mano al governo di Delhi, da 3 anni in partnership d’affari con la Elettronica SpA (colosso romano nel comparto della guerra elettronica).

A completare la fornitura ci sono infine lo Y-12 (un aereo da trasporto multiruolo prodotto dalla cinese Harbin Aircraft Manufacturing Corporation), il K-8 (aereo da addestramento realizzato dalla cinese Hongdu Aviation Industry Corporation e dalla pachistana Pakistan Aeronautical Complex) e gli Yak-130 (caccia da addestramento subsonico e da combattimento leggero, originariamente sviluppato dalla russa Yakovlev e dall’italiana Aermacchi).

Le quattro associazioni denunciano la possibilità che da parte dell’Italia sia stato aggirato ancora una volta l’embargo sulle armi e sulle esportazioni di attrezzature che possono essere utilizzate per la repressione interna e chiedono un chiarimento al governo sottolineando la gravità di tali notizie. Ricordano infine come “la Francia – Paese con cui lo scorso 26 novembre l’Italia ha firmato un trattato che prevede anche una specifica collaborazione in campo industriale e militare – è membro permanente del Consiglio di Sicurezza Onu, lo stesso Consiglio che non riesce ad adottare un embargo internazionale sulle armi” vendute ai golpisti. “Chi fornisce armi alla giunta militare – commenta Amnesty – si rende complice di crimini contro l’umanità”.

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