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Vanessa Redgrave: «Proteggere i rifugiati è un dovere delle nazioni»

Vanessa Redgrave: «Proteggere i rifugiati è un dovere delle nazioni»Vanessa Redgrave al Festival con il marito Franco Nero

Venezia 75 Premiata con il Leone d'oro alla carriera, l'attrice inglese racconta la sua esperienza con la guerra da bambina

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 30 agosto 2018

Il suo debutto alla regia – il documentario Sea Sorrow – Il dolore del mare, presentato nel 2017 a Cannes – affrontava la tragedia dei migranti che muoiono in mare cercando di raggiungere l’Europa, e la grande attrice inglese Vanessa Redgrave – che nel 1999 rifiutò l’onorificenza di commendatrice dell’impero britannico: «Mai lo avrei accettato da Blair, che ha condotto il mio Paese in guerra fondata su una menzogna» – tiene a tornare sul dramma dei migranti nel giorno in cui a Venezia le viene conferito il Leone d’oro alla carriera.

«I nostri governi hanno perso il senso della realtà e ogni umanità. Sento una grande rabbia per l’insensibilità che vedo ovunque intorno a me. Come si può non accogliere delle madri che rischiano la vita insieme a quella dei loro bambini?». Lei, racconta, il dramma dei rifugiati lo ha vissuto sulla propria pelle quando da bambina è dovuta fuggire da Londra, bombardata dai nazisti. «Durante la seconda guerra mondiale – racconta Redgrave, classe 1937 – con centinaia di migliaia di altri bambini londinesi siamo stati mandati nelle campagne a causa del pericolo nazista: eravamo rifugiati nel nostro stesso Paese. Io mi mettevo un elmetto di latta e usavo un bastone di legno come se fosse un fucile, pronta alla resistenza contro gli invasori».

Il padre, racconta ancora, era in guerra su una nave della marina militare, così come i suoi altri parenti di cui «non sapevamo dove fossero. Passavamo tutti i giorni ad ascoltare le notizie della Bbc come se fosse stato Shakespeare».
Ed è stata proprio la guerra, dice l’attrice, a mettere «nettamente e sinceramente» in evidenza la differenza fra «il governo britannico del 1941 e quello di cinque anni prima, che rifiutava qualunque tipo di aiuto ai rifugiati. Ma con la guerra il popolo inglese, e i suoi bambini, lo sono diventati a loro volta, e così il governo ha stabilito che fosse il dovere della nazione proteggere i rifugiati». «Mi domando – conclude Redgrave passando dall’inglese a un italiano praticamente perfetto – perché i governi di oggi non spieghino ai cittadini che è loro dovere proteggere e aiutare i rifugiati, un dovere nazionale».

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