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«Vado a riprendere Griner»: Rodman “mediatore” sgradito tra Casa bianca e Cremlino

«Vado a riprendere Griner»: Rodman “mediatore” sgradito tra Casa bianca e Cremlino

Stati uniti/Russia L'ex campione di pallacanestro, amico di Kim Jon-Un e fan di Putin, si propone come negoziatore per la liberazione della 31enne detenuta a Mosca con l'accusa di possesso di droga. Ma né statunitensi né russi ne sono particolarmente entusiasti

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 agosto 2022

Dennis Rodman, ex cestista dei Chicago Bulls e allenatore di pallacanestro statunitense, ha fatto sapere di essere intenzionato ad andare in Russia per chiedere il rilascio di Brittney Griner, anche lei cestista, condannata a nove anni di carcere con l’accusa di possesso di droga.

Il 17 febbraio Griner è stata arrestata per «possesso e contrabbando di stupefacenti», a causa di due cartucce a base di olio di cannabis per vaporizzatore, ritrovate nel suo bagaglio all’aeroporto di Sheremetevo, in Russia. Il 4 agosto è arrivata la sentenza definitiva: nove anni di carcere e una multa di un milione di rubli, pari a 16mila dollari.

LA 31ENNE Griner, due volte campionessa olimpica e mondiale, otto volte all-star con le Phoenix Mercury della Wnbs, la Nba femminile, incarna tutto ciò che Putin odia: donna afroamericana e lesbica, al secondo matrimonio, attivista Lgbtq.

Per riportare a casa la cestista e un altro cittadino americano, Paul Whelan, il governo statunitense starebbe lavorando con i russi a uno scambio di prigionieri, rimandando in patria Viktor Bout, arrestato negli Usa per spionaggio con un condanna a 25 anni di carcere.

Secondo un alto funzionario dell’amministrazione Biden, che ha chiesto al New York Times di non essere identificato a causa della delicatezza della situazione, gli sforzi di Rodman non sarebbero ben visti a Washington che non li considera un aiuto, anzi, «complicano e ostacolano gli sforzi per il rilascio» dei cittadini americani.

ALLA FINE di luglio, il segretario di Stato Antony Blinken aveva affermato che gli Stati uniti avevano fatto una «proposta sostanziale» a Mosca per lo scambio di prigionieri: «È un’informazione pubblica che l’amministrazione ha fatto un’offerta significativa ai russi e qualsiasi altra cosa vada oltre al negoziare ulteriormente attraverso il canale stabilito, rischia di complicare e ostacolare gli sforzi di rilascio», ha affermato il funzionario.

Dello stesso parere, per una volta, sembra essere anche Mosca: il portavoce del ministro degli esteri russo Ivan Nechaev ha dichiarato che è in corso una «diplomazia discreta che dovrebbe dare i suoi frutti se Washington la seguirà, senza cadere nella propaganda attraverso il clamore dei media per ottenere punti prima delle elezioni».

LE DICHIARAZIONI di Rodman, invece, vanno in tutt’altra direzione. Alla Nbc news ha affermato  di avere «ottenuto il permesso di andare in Russia per aiutare quella ragazza», precisando di volerlo fare già «questa settimana».

Non sarebbe la prima volta che Rodman si occupa di affari internazionali: nel 2014, dopo un viaggio a Mosca aveva definito «cool» Vladimir Putin e dice di aver contribuito a garantire il rilascio dell’americano Kenneth Bae dalla Corea del Nord. Di certo Rodman è in buoni rapporti con il leader nordcoreano Kim Jong Un, con il quale ha una una relazione personale tanto che negli ultimi 10 anni gli ha fatto più volte visita. Una di queste nel 2018, quando si è presentato a margine dell’incontro dell’ex presidente Donald Trump con Kim a Singapore.

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