Internazionale

Usa-Russia, nuovo round. E Berlino resta nel mezzo

Usa-Russia, nuovo round. E Berlino resta nel mezzoBaerbock e Lavrov a Mosca – Janine Schwithz/Ap

Crisi Ucraina Blinken e Lavrov si rivedono venerdì. La ministra Baerbock in visita distensiva a Mosca

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 19 gennaio 2022

Il segretario di stato americano, Antony Blinken, vedrà il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, venerdì a Ginevra: è un nuovo round del negoziato che Cremlino e Casa Bianca conducono da mesi con i loro inviati alla ricerca di un equilibrio sul piano della sicurezza. «Ho detto a Blinken che vogliamo risposte concrete alla nostra richiesta di garanzie», ha detto Lavrov dopo un colloquio preparatorio con il collega. Le garanzie riguardano in particolare il processo di espansione della Nato.

I RUSSI CONSIDERANO l’adesione di Ucraina e Georgia una minaccia esistenziale, una «linea rossa» che non deve essere varcata. Gli americani difendono, dal canto loro, la capacità di ogni paese di decidere in modo autonomo in tema di difesa. Una riunione straordinaria del Consiglio Nato-Russia non è bastata la scorsa settimana a raggiungere un accordo, ma il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha fatto sapere di essere al lavoro per un nuovo vertice che si potrebbe tenere già nei prossimi giorni. «Siamo pronti anche a proposte scritte per raggiungere una soluzione», le parole di Stoltenberg. Negli ultimi due mesi le tensioni hanno spinto gli apparati americani a ritenere plausibile la possibilità di una invasione russa in Ucraina. L’ipotesi, mai peraltro smentita dai russi, sembra ogni giorno meno probabile. Poco o nulla si è però discusso, tuttavia, dei piani dell’Europa e degli Stati Uniti di fronte a uno scontro militare.

NEL 2008 L’ALLEANZA atlantica ha stabilito un percorso di accesso per Georgia e Ucraina. In caso di conflitto, però, la Nato avrebbe un ruolo «secondario», afferma un rapporto della Reuters. Il capo della Casa Bianca, Joe Biden, ha escluso esplicitamente l’invio di uomini a Kiev. Il suo corpo diplomatico ha già un protocollo di emergenza per lasciare il Paese, e lo stesso vale per il Canada. In più, un documento del dipartimento della Difesa pubblicato dal New York Times prevede soltanto sostegno a distanza agli «insorti». È come se per gli analisti dell’Amministrazione Usa l’Ucraina fosse una sorta di Afghanistan al limite orientale dell’Europa, in cui solo un gruppo ridotto di combattenti resterebbe sul campo a difendere quel che resta del Paese di fronte a una ipotetica offensiva russa.

Lo scenario dovrebbe indignare il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che continua a incassare segnali di disimpegno dagli alleati. L’ultimo lo ha ricevuto ieri proprio da Stoltenberg, secondo il quale la Nato garantirà, sì, l’integrità e la sovranità territoriale dell’Ucraina, ma attraverso «il diritto all’autodifesa». Non è certamente quello che le truppe della Guardia nazionale schierate lungo il fronte del Donbass speravano di sentire dopo sette anni abbondanti di combattimenti sfiancanti e di promesse che Zelensky non sembra in grado di mantenere.

ANCHE IL GOVERNO TEDESCO, il cui peso è come noto significativo negli affari europei, vuole evitare il confronto. «Non c’è alternativa ai buoni rapporti tra la Russia e la Germania», ha detto ieri la nuova ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, a Mosca per incontrare Lavrov. Baerbock ha chiesto il rispetto di «regole comuni sui diritti umani» citando i casi dell’oppositore politico Alexey Navalny e della ong Memorial; Lavrov ha domandato di «non politicizzare» il progetto Nord Stream 2, che è finalizzato, sempre secondo Lavrov, a «garantire la sicurezza energetica di Germania ed Europa».

MA IL RAGGIO D’AZIONE diplomatico e militare della Russia è ben più vasto. Il ministero della Difesa ha completato il ritiro dei tremila soldati che hanno preso parte all’operazione antiterrorismo in Kazakhstan, e hanno predisposto nelle ultime ore un contingente per esercitazioni che si terranno in Bielorussia. La marina parteciperà a manovre congiunte con Cina e Iran nell’Oceano Pacifico. E proprio il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, sarà ricevuto al Cremlino nelle prossime ore da Vladimir Putin. Sul tavolo progetti di cooperazione dal settore energia a quello della sicurezza. L’Ucraina è soltanto uno dei dossier sul tavolo del grande accordo che Stati uniti e Russia stanno affrontando.

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