Urne roventi in Nigeria, nel mirino i sostenitori di Peter Obi
Presidenziali in bilico Immagini di disordini e violenze, minacce, schede senza il simbolo del Labour Party. Cresce la preoccupazione nell'attesa dei risultati
Presidenziali in bilico Immagini di disordini e violenze, minacce, schede senza il simbolo del Labour Party. Cresce la preoccupazione nell'attesa dei risultati
Le più incerte elezioni presidenziali che si ricordino In Nigeria dalla fine della dittatura secondo gli organi di stampa internazionali si sono svolte in questo sabato 25 febbraio senza particolari disagi. Certo Boko Haram ha attaccato un seggio nel nord-est del paese, qualche tafferuglio si è visto a Lagos, ma nel complesso le cose sembra che stiano funzionando.
Dall’altra parte i video, i messaggi e le chiamate che arrivano dai parenti e dagli amici di Steve Emejuru, maestro delle elementari a Roma arrivato in Italia nel 1982 dalla Nigeria, raccontano un’altra realtà. Foto di donne picchiate dalle milizie del partito di governo, Apc, video di schede elettorali abbandonate per terra e portate via dal vento con spari in sotto fondo. «Gli scrutinatori hanno abbandonato le schede perché minacciati, non fanno avvicinare chi vuole votare Lp» dice la voce della donna che sta riprendendo la scena con il cellulare. Ancora più preoccupanti sono invece le foto delle schede elettorali che, in alcune zone del paese, non riportano il simbolo del Labour Party (Lp) di Peter Obi, l’outsider di queste elezioni, ma fino a venerdì dato in vantaggio nei sondaggi.
«Vedi quello che succede, non fanno votare il Lp, non fanno votare se sei Igbo, in molti posti non fanno votare e basta» dice Steve mentre mostra altri video che gli arrivano, dove si vedono immense file davanti ai seggi chiusi senza nessuno che faccia votare le persone che attendono da stamattina sotto il sole cocente. «La polizia è compromessa» si legge in un messaggio e nel video che segue si vede un banchetto messo all’angolo di una strada con delle forze dell’ordine che fanno votare, ma chi ha girato il video dice che «questo non è un seggio regolare, fanno votare qui perché le schede sono falsate non c’è il simbolo del Lp».
In un video del profilo Facebook Beetv News, la giornalista mostra un seggio, appena attaccato dalle milizie del partito di governo, dove le scatole contenenti le schede compilate giacciono a terra distrutte; la giornalista prende allora in mano le scheda abbandonate per mostrare come la maggior parte di quelle persone ha votato Lp, ma non verranno calcolati. Se si va a vedere il sito di The Nation, uno dei principali quotidiani nigeriani si nota subito che in molti dei primi risultati dei seggi Lp non sia proprio presente tra i conteggi. Nello stato di Bayelsa, nel sud della Nigeria, nel tardo pomeriggio sono stati sospesi 141 seggi perché minacciati da gruppi armati.
Altri messaggi e video mostrano le milizie del Pdp e dell’Apc minacciare chi va a votare intimando alle persone di non votare Lp «la polizia e i militari non proteggono le persone da queste milizie, fanno finta di niente» dice Steve.
Da una settimana prima del voto in diversi stati del sud è stato applicato il coprifuoco, giocando sulla paura delle persone che hanno preferito non uscire per votare. Dai video che riceve Steve si vedono strade completamente deserte e seggi abbandonati anche dai funzionari dell’Inec (Independent National Electoral Commission).
«Se uscite di casa per vi assumete la responsabilità di quello che vi può succedere. Questo dicono le forze dell’ordine» dice Steve, che conclude con una riflessione amara: «La situazione è terribile, ho paura che il peggio debba ancora arrivare».
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