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Unrwa «terrorista», l’intento genocidiario diventa legge

Unrwa «terrorista», l’intento genocidiario diventa leggeSulle rovine di una scuola dell'Unrwa bombardata a Nuseirat – Ap

Nel mirino La Knesset ha votato per la definitiva criminalizzazione ed espulsione di fatto dell'agenzia per i rifugiati palestinesi. Al posto della sua sede una nuova colonia. Così Israele ribadisce ufficialmente di aver smesso di riconoscersi nei valori dell'Onu. La famiglia delle Nazioni unite dovrebbe trarne le conseguenze

Pubblicato circa 12 ore faEdizione del 31 ottobre 2024

Lunedì il parlamento israeliano ha ufficialmente etichettato l’Unrwa come «organizzazione terroristica». L’accusa di Israele, non verificata e non supportata da prove, alla quale l’agenzia ha risposto con sospensioni cautelative, è che il personale dell’Unrwa abbia partecipato agli attacchi del 7 ottobre.

La Knesset ha approvato due nuove leggi, che entreranno in vigore tra 90 giorni, e che criminalizzano ed espellono di fatto l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Il commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, ha avvertito che il voto della Knesset «si oppone alla Carta delle Nazioni unite e viola gli obblighi dello Stato di Israele ai sensi del diritto internazionale».

Una delle due proposte di legge approvate dalla Knesset con una maggioranza di 92 voti a 10, stabilisce che l’Unrwa non potrà più «gestire alcuna istituzione, fornire alcun servizio o condurre alcuna attività, direttamente o indirettamente» all’interno del territorio controllato da Israele. Il che include i territori palestinesi occupati dal 1967, dove quasi tre milioni di palestinesi sono registrati come rifugiati e centinaia di migliaia di questi beneficiano di servizi di sostegno primario.

Il secondo disegno di legge abroga l’accordo del 1967 tra le Nazioni Unite e Israele, che consentiva all’Unrwa di estendere il proprio operato all’interno dei territori palestinesi occupati, con l’impegno di Israele a facilitare il lavoro dell’Agenzia. Tale misura priva l’Unrwa anche dell’immunità diplomatica.

Gli attacchi all’Unrwa si sono moltiplicati negli ultimi decenni, raggiungendo un’intensità senza precedenti dopo il 7 ottobre. L’obiettivo ultimo delle campagne israeliane per estromettere l’Unrwa è sempre stato quello di eliminare le tutele legali internazionali in cui le Nazioni unite hanno sancito il diritto dei palestinesi al ritorno nelle terre da cui sono stati espulsi. Cancellare la presenza dell’Unrwa significa normalizzare la conquista coloniale israeliana delle terre palestinesi attraverso l’espulsione. Per rendere chiaro questo messaggio, con una mossa altamente simbolica, due settimane prima del voto della Knesset di lunedì, Israele ha confiscato le terre palestinesi occupate illegalmente su cui si trova la sede dell’Unrwa. Al posto della sede dell’agenzia, sarà costruita una colonia di 1.400 unità abitative.

Davanti al compound dell’Unrwa a Gerusalemme est (Ap)

La storia passata dell’espropriazione di terre palestinesi e gli avvenimenti recenti si intrecciano nel tentativo di Israele di sradicare l’Unrwa. Espellerla significa anche intensificare il genocidio in corso a Gaza. Dall’ottobre 2023, come ha dimostrato il relatore speciale delle Nazioni unite sul diritto all’alimentazione Michael Fakhri nei suoi rapporti, Israele ha usato la fame «per sfollare, uccidere, annientare le persone (…) nel tentativo di cancellare i palestinesi dalla storia e dalla loro terra e per annettere completamente il loro territorio». In più di un anno di tentativi di Israele di imporre questo regime di terrore coloniale, l’Unrwa è stata in prima linea negli sforzi per mantenere in vita il popolo palestinese fornendo cibo, assistenza medica e riparo alla popolazione sfollata di Gaza.

Per questo motivo, quando nel marzo 2024 il Sudafrica ha presentato una richiesta urgente alla Corte internazionale di giustizia affinché emettesse nuove misure provvisorie per proteggere la popolazione civile di Gaza dal rischio di genocidio, Pretoria ha denunciato l’infondata campagna internazionale di Israele per la distruzione dell’Unrwa come un’azione per accentuare il regime di indigenza dei palestinesi, oltre che una violazione della Convenzione sul genocidio. Alla fine dello stesso mese, la Corte internazionale di giustizia ha risposto mediante un’ingiunzione che obbliga formalmente Israele a cooperare con l’Unrwa e con le altre agenzie delle Nazioni unite in modo da garantire «la fornitura senza ostacoli e su larga scala, da parte di tutti gli interessati, dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria di cui c’è urgente bisogno, tra cui cibo, acqua, elettricità, carburante, rifugi, abbigliamento, prodotti e servizi».

Israele ha ignorato l’ordine della Cig. Invece di opporsi legalmente all’ingiunzione, Tel Aviv ha intensificato i suoi sforzi legislativi per mettere fuori legge l’Unrwa, attaccando contemporaneamente l’agenzia manu militari. Tali sforzi legislativi e militari da parte dello Stato ebraico dovrebbero essere concepiti come parte dello stesso processo di violazione della Convenzione sul genocidio.

Mentre il parlamento israeliano portava avanti le due proposte di legge (approvate lunedì) per mettere fuori legge l’Unrwa, l’esercito israeliano ha lavorato sistematicamente per annientare il personale dell’agenzia, che al 25 ottobre registra 233 dipendenti uccisi. Nell’ambito di questa campagna genocidaria, sono state prese di mira il 70% delle scuole dell’Unrwa e i suoi centri di distribuzione e medici.

Le leggi approvate dalla Knesset lunedì sono un’ulteriore prova dell’intento genocidario di Israele. In effetti, il risultato finale di tali provvedimenti è tradurre tale interno in legge nazionale. Non si tratta di individui con posizioni di alto rango o di catene di comando che articolano e attuano esplicitamente l’intento di distruggere i palestinesi come gruppo. Con le nuove leggi, è il supremo organo “democratico” che governa lo Stato di Israele ad aver votato a favore di un provvedimento diretto all’espulsione coloniale e al genocidio, sradicando la principale istituzione che mantiene in vita i palestinesi di Gaza.

Israele è in guerra con le Nazioni unite in quanto Istituzione. Uccide e bombarda il suo personale umanitario a Gaza. Bombarda, demolisce e usa gas contro le forze di pace dell’Onu in Libano. Cerca di smantellare le agenzie per i rifugiati. Ignora gli ordini del suo più alto organo giudiziario, scegliendo di mettere a rischio la Convenzione sul genocidio. Vieta al suo segretario generale di visitare il Paese, considerandolo una minaccia. Orchestra campagne diplomatiche contro i funzionari e i relatori speciali delle Nazioni unite che chiedono la fine del genocidio e la giustizia in Palestina. Il suo primo ministro considera l’intera Onu una «casa delle tenebre» e una «palude di bile antisemita».

È ormai chiaro che Israele ha ufficialmente smesso di riconoscersi nei valori e nelle istituzioni delle Nazioni unite. La naturale contromisura che l’Onu deve prendere è smettere di riconoscere Israele come membro legittimo della famiglia delle nazioni ed espellerlo dalle Nazioni unite. Finché non cesserà il genocidio e non smantellerà il suo regime di apartheid coloniale contro i palestinesi. Ha funzionato con il Sudafrica. Funzionerà con Israele.

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