Uno scomodo ritorno in Costa d’Avorio
Africa L’ex presidente Laurent Gbagbo, assolto all’Aja dall’accusa di crimini contro l’umanità, fonda in patria un nuovo partito, panafricanista e socialista. E la Francia ha di che preoccuparsi
Africa L’ex presidente Laurent Gbagbo, assolto all’Aja dall’accusa di crimini contro l’umanità, fonda in patria un nuovo partito, panafricanista e socialista. E la Francia ha di che preoccuparsi
Dopo 10 anni lontano dalla Costa d’Avorio e dalla sua scena politica l’ex presidente Laurent Gbagbo torna e lancia il suo nuovo partito: il Partito dei popoli africani – Côte d’Ivoire (Ppa-Ci). Il suo calvario giuridico alla Corte penale internazionale, dove è stato assolto dall’accusa di crimini contro l’umanità per insufficienza di prove, è terminato nel gennaio del 2019, ma è stato necessario attendere più di due anni per il suo ritorno in patria.
GBAGBO È UN PERSONAGGIO importante per il paese del golfo di Guinea e la sua storia si lega a doppio filo con quella ivoriana. Fondatore del Front Populaire Ivorien nel 1982 è stato uno dei grandi oppositori di Felix Houphouet- Boigny, un’opposizione pagata con anni di esilio. Nel 2000 Laurent Gbagbo si impone al congresso del suo partito e partecipa alle presidenziali, uscendone vincitore, ma solo grazie alle proteste popolari contro un tentato golpe del generale Guei riesce ad insediarsi.
Per 10 anni resta al timone della Costa d’Avorio fino a quel fatidico 2010 quando corre per un terzo mandato e al ballottaggio si ritrova davanti il vecchio avversario Alassane Outtara. Questo secondo turno diventa uno scontro violento fra i sostenitori dei due candidati, con Gbagbo che accusa gli ex ribelli delle province settentrionali di usare la forza per favorire il suo avversario.
FU OUATTARA ad essere proclamato vincitore, ma Gbagbo chiese subito un riconteggio dei voti, mentre il paese finiva in una spirale di violenza che provocava migliaia di morti. La Francia fece pressioni per un intervento internazionale e furono proprio i paracadutisti francesi ad attaccare il palazzo presidenziale dove si era asserragliato Gbagbo, trasferendolo al Tribunale Internazionale dell’Aja. Qui per 8 lunghi anni l’ormai ex presidente della Costa d’Avorio è stato processato fino alla sua definitiva assoluzione.
I difensori di Gabgbo hanno sempre denunciato la chiara matrice politica del processo, voluto dalla Francia per togliere di mezzo un politico scomodo e riottoso rispetto alla fortissima presa francese sul Paese e favorire il più accondiscendente Outtara, sposato con una donna francese e amico personale dell’allora presidente Sarkozy, che è stato suo testimone di nozze.
OGGI LE COSE SONO CAMBIATE e Gbagbo e Outtara si sono incontrati, anche perché l’attuale presidente non si ricandiderà nel 2025, avendo quasi 80 anni. La nuova creatura politica di Gbagbo, che ha lasciato il vecchio partito in mano al suo ex primo ministro Pascal Affi n’Guessam e ridotto ai minimi storici, sembra aver risvegliato la voglia di politica di un popolo che negli ultimi anni si è completamente disamorato.
Il Ppa-Ci parte da un progetto socialista e panafricano, due capisaldi della politica di Laurent Gbagbo che ha parlato davanti ad un’assemblea gremita ed entusiasta di ritrovare il vecchio leader che è stato eletto presidente del partito. All’assemblea dei delegati hanno partecipato anche i rappresentanti dei principali partiti avversari e il segretario del Rassemblement des Républicains di Ouattara ha letto un messaggio che parla di collaborazione e riconciliazione nazionale.
LA COALIZIONE GOVERNATIVA in Costa d’Avorio è praticamente priva di avversari, come dimostrato dalle ultime presidenziali boicottate dall’opposizione. Gbagbo, anche se ha ormai 76 anni, potrebbe colmare questo vuoto e coagulare attorno a sé tutte le istanze di un parte politica che si è sentita privata del suo leader in questi anni.
Non è scontato che la nuova creatura politica di Gbagbo possa fare meglio del Front Populaire Ivoirien di Affi n’Guessam, ma con il definitivo ritiro di Ouattara e il crescente malcontento popolare, il suo ritorno in politica potrebbe portare a una maggiore partecipazione al voto. Ai microfoni di France24 un entusiasta Gbagbo ha dichiarato che farà politica fino alla morte e che è qui per riprendere il viaggio interrotto anni fa. Un viaggio che potrebbe però non partire mai, perché resta in vigore il limite di età per la candidatura alle presidenziali, limite che Gbagbo avrà ampiamente superato nel 2025. Ha fatto invece notizia l’assenza della storica compagna dell’ex presidente, Simone Ehivet Gbagbo, co-fondatrice del Fpi e accanto a lui da una vita. Circolano voci di divorzio, anche se ufficialmente la ex Premiere Dame è in visita nella Repubblica democratica del Congo.
IN CHIUSURA DEL SUO DISCORSO Gbagbo ha invitato gli ivoriani a una nuova visione geo-politica, portando avanti un’idea di unità di tutti i paesi africani per acquisire potere nello scacchiere mondiale, a cominciare dai paesi francofoni che dovrebbero ripensare le proprie relazioni politiche e commerciali con la Francia, senza tralasciare le nuove potenze presenti nel continente africano.
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