Sono passati quasi tre mesi dal 1 novembre 2013 e l’assassinio di due militanti di Alba Dorata nella periferia di Atene continua a essere avvolto nel mistero. La presunta rivendicazione non solo non ha chiarito i tanti punti oscuri ma, al contrario, ha suscitato più interrogativi che risposte. Il tutto in una situazione sociale esplosiva, con un governo conservatore appeso a un filo e il partito della sinistra radicale Syriza che viene accusato, oramai a frequenza quotidiana, di fornire copertura politica ai terroristi di sinistra, veri o presunti.

Ma andiamo con ordine. L’unico elemento certo dell’esecuzione a freddo, il primo novembre, dei due giovani nazisti nel quartiere Neo Iraklio di Atene, è la dinamica. I due terroristi sono arrivati in moto e si sono avvicinati con i caschi in testa al gruppetto di quattro giovani militanti di Alba Dorata che stazionavano di fronte alla sede del gruppo. Il secondo terrorista è rimasto di copertura, mentre il primo ha cominciato a sparare da una distanza di 14 metri. In tutto 13 colpi, in soli 7 secondi, tutti a segno. Un albadorato riuscì a scappare con una leggera ferita sul braccio, due rimangono uccisi sul colpo, un terzo giace tuttora in stato comatoso. Il video ripreso dalle telecamere di sicurezza della stessa sede del gruppo nazista (ora visibile su Internet) mostra un killer freddo ed estremamente preciso. Un professionista.

Un’assassinio già visto

Un’esecuzione così precisa i poliziotti greci l’avevano già vista. Era nei rapporti della polizia cipriota sulla strage avvenuta nel giugno 2012 nella località turistica di Ayia Napa. Due killer avevano ucciso con 14 precisissimi colpi in 9 secondi le cinque guardie del corpo di un imprenditore cipriota. Come si è scoperto dopo, era un omicidio su ordinazione originato da constrasti sulla gestione dei locali notturni a Cipro. Grazie alle telecamere di sicurezza, i poliziotti ciprioti sono arrivati anche a individuare i due assassini. Sorpresa: erano vecchie conoscenze dell’area anarchica insurrezionalista, subito arrestati ad Atene. A uno dei due hanno messo le manette dentro un centro sociale autogestito nel quartiere ribelle di Exarchia. Sembra che il compenso per gli omicidi fosse di 30.000 euro. I due sono stati estradati a Cipro ora e sono in attesa del processo. Secondo fonti dell’antiterrorismo greco, oltre a eseguire «contratti» di morte, i due erano coinvolti anche nelle attività della Setta dei Rivoluzionari, il più misterioso tra i gruppi terroristi greci. I poliziotti lo avevano saputo attraverso soffiate di malavitosi, quindi non avevano elementi per un’imputazione formale. Ma già all’indomani dell’attacco contro gli albadorati l’antiterrorismo aveva indicato come possibili responsabili quelli della Setta.

Il gruppo dalla denominazione così inusuale (nel lessico della sinistra la parola «setta» ha sempre avuto connotazioni negative) ha fatto la sua apparizione nel 2009, uccidendo il poliziotto che proteggeva una testimone dell’accusa al processo contro Ela (Lotta Rivoluzionaria Popolare), un gruppo storico del terrorismo greco che aveva interrotto l’attività nel 1995. La testimone protetta era la moglie separata di uno degli imputati, ex sindaco dell’isola di Kimolos, ma il tribunale non ha tenuto conto delle sue deposizioni: l’ex consorte accusava per astio personale e l’ex sindaco è stato pienamente assolto, appena due mesi dopo l’uccisione della guardia.
La misteriosa Setta è tornata a colpire nel luglio 2010, uccidendo il giornalista Sokratis Ghiolias. Già l’attacco in stile mafioso – citofonare per far scendere la vittima per strada- aveva fatto parlare di criminalità comune. Per questo la Setta si è affrettata a rivendicare l’omicidio, ammettendo che era composta da militanti attivi nell’area «extralegale» e rivolgendo appello ai detenuti di «riprendersi la propria dignità» e a ribellarsi contro lo stato. Sul perchè era stato ucciso Ghiolias, un giornalista praticamente sconosciuto, le spiegazioni dei terroristi erano piuttosto fumose: nella sua pagina web aveva espresso dubbi sulla genuinità rivulizionaria della Setta, riprendendo peraltro i dubbi manifestati da quasi tutti gli organi di stampa.

L’estate scorsa il giornalista investigativo Kostas Vaxevanis ha svolto un’approfondita inchiesta sull’omicidio Ghiolias, arrivando alla conclusione che il giornalista è rimasto vittima di un’intreccio di ricatti a mezzo stampa. Anche in questo caso, come nella strage cipriota, era un contratto di morte, ma mascherato da esecuzione terroristica.
Dopo Ghiolias la Setta non ha più dato segni di attività. Fino al 1 novembre 2013 e all’uccisione dei due albadorati. A sorpresa però, a distanza di ben due settimane dall’attacco a Neo Iraklio, l’attentato è stato rivendicato da una sigla inedita: le «Forze Combattenti Rivoluzionarie Popolari». Nel testo di ben 18 pagine non viene fornito alcun elemento a riprova dell’autenticità della rivendicazione. Si spiega invece che l’attacco è stato la risposta all’uccisione, da parte dei militanti di Alba Dorata a metà settembre, del rapper Pavlos Fyssas per fare un raffronto con la resistenza antifascista contro le potenze dell’Asse ma con la guerra civile condotta nell’immediato dopoguerra dal Partito Comunista contro le forze monarchiche, per arrivare infine a tessere l’elogio dell’«azione diretta» dei militanti anarchici «unici antifascisti coerenti». Il tutto in un greco elementare, cosparso di espressioni burocratiche e arcaizzanti frammiste a parole del gergo giovanile, inglesismi, errori di ortografia, di senso e di sintassi. Pochi hanno creduto di trovarsi di fronte a un nuovo gruppo dalle eccezionali capacità militari ma piuttosto confuso sul piano politico. L’opinione prevalente, anche presso l’antiterrorismo, è che dietro le Forze Combattenti c’è sempre la Setta, che ha cambiato nel tempo composizione e quindi ha dovuto cercare una nuova denominazione. Ed ecco la domanda che ritorna: che probabilità ci sono che un gruppo di assassini a pagamento si trasformi in un’organizzazione autenticamente politica, seppure estremista e armata? Molto più probabile che anche le sue azioni terroristiche siano dettate da precisi impegni «professionali», conclusi con chiunque sia disposto a pagare.

Syriza sotto attacco

Il tutto in un contesto di aspra contrapposizione tra il governo conservatore di Antonis Samaras e la società civile greca, stremata da tre anni di durissima austerità. Le pulsioni lottarmiste sicuramente ci sono, ma sono confinate in piccolissimi gruppi dell’estremismo giovanile, con scarsa influenza e capacità operativa. Gli «anarchici nichilisti» della Cospirazione dei Nuclei di Fuoco ormai stanno in prigione e a piede libero c’è solo qualche vecchio terrorista come Nikos Maziotis e Christodoulos Xiros. Il primo era un maldestro bombarolo anarchico ma nel decennio precedente è diventato il capo di Azione Rivoluzionaria, gruppo sgominato nel 2010. Xiros era uno dei membri storici dell’organizzazione 17 Novembre, condannato a sei ergastoli ed evaso agli inizi dell’anno dopo una licenza premio. Non è escluso che a 56 anni si rimetta a fare quello che faceva da giovane.

Ma dietro a tutto ciò c’è l’avvicinarsi di una svolta decisiva nella politica greca ma anche europea. L’attuale maggioranza si basa su due deputati, le elezioni sono vicine e, sondaggi alla mano, Syriza ne sarà sicuramente il vincitore. Per la prima volta in Europa ci sarà un governo che dirà un chiaro e definitivo no alla politica di austerità. Una sfida che esige sangue freddo, lucidità politica e grandi capacità di manovra tra gli scogli delle istituzioni europee. Forse qualcuno, in Grecia ma anche all’estero, pensa che aprire a Syriza un fronte d’instabilità interno, magari soffiando sul fuoco della violenza e degli «opposti estremismi», sia la maniera giusta per neutralizzare le istanze di cambiamento. Certo, il momento è favorevole al gioco sporco: il governo Samaras è legato mani e piedi al carro della Merkel, l’amministrazione pubblica greca è paralizzata e i servizi di sicurezza allo sbando, pronti a vendersi al miglior offerente.

* autore del libro «Alba Dorata. La destra nazista minaccia l’Europa», ed. Fandangolibri