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Una sola lista per la pace, Unione popolare esca dallo stallo

Una sola lista per la pace, Unione popolare esca dallo stallo

Sinistra Il percorso verso le elezioni europee è giunto a un tornante decisivo. Siamo convinti che occorra dare una risposta a quello che hanno scritto sul manifesto Santoro e De Magistris. Chiediamo uno sforzo vero per guadagnare subito una capacità di intervento in grado di mandare segnali alle tante e tanti militanti che si aspettano un salto di qualità

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 7 febbraio 2024

Il percorso verso le elezioni europee è giunto a un tornante decisivo. Il tempo va utilizzato nel miglior modo possibile, per produrre un risultato all’altezza della situazione internazionale, sociale e politica che abbiamo di fronte.

Noi siamo convinti della necessità di costruire una lista unitaria per la pace, in grado di presentarsi all’appuntamento elettorale di giugno come punto di riferimento per larghi settori della società italiana, che con diverse sensibilità e a partire dalla propria condizione sociale intendano investire su un’opzione credibile e convincente di critica alla guerra. Un orizzonte etico da sollecitare, certo, ma connesso strettamente alla contestazione di politiche economiche e sociali devastanti che, nel mentre creano disuguaglianze crescenti e insopportabili, stabiliscono condizioni per un mondo in cui il conflitto armato diventa il primo orizzonte in vece di una possibile cooperazione internazionale.

Oggi siamo preoccupati perché Unione Popolare, che dovrebbe essere uno dei soggetti più attivi nella costruzione di una lista per la pace, si trova in una vera e propria situazione di stallo interno a seguito dei primi incontri con altri promotori, a iniziare da Michele Santoro.

Quest’ultimo ha recentemente svolto alcune considerazioni e posto nodi critici nel suo intervento sul manifesto. Lo abbiamo letto e ancora di più pensiamo che sia giunto il momento in cui tutta Unione Popolare debba recuperare il suo ruolo e farsi promotrice di una rinnovata pressione per riaprire subito la trattativa tra tutti i soggetti interessati alla lista per le europee.

La costruzione deve rispettare la pluralità dei contributi offerti. Lo sforzo deve essere orientato al massimo coinvolgimento, anche per evitare una perniciosa proliferazione di liste nella stessa area.

Riaprire una trattativa vera significa impegnare l’insieme di Unione Popolare per guadagnare una proposta unitaria, ma avanzata e non semplicemente utile a comporre una lista purchessia.

Il quadro che abbiamo di fronte impone una riflessione seria a tutti. Bisogna arrivare alla concretizzazione di parole d’ordine che creino il legame tra temi sociali e guerra. Da questo punto di vista ci pare significativo ciò che Luigi De Magistris ha scritto, intervenendo anche lui sul manifesto. Ne condividiamo le argomentazioni per due ordini di motivi. Da una parte De Magistris esplicita i nodi e le proposte che Unione Popolare intende sottoporre all’interno di una reale trattativa per la costruzione unitaria della lista per la pace, dall’altra delinea le condizioni per una Unione Popolare in grado di traguardare le elezioni europee, ma anche di vivere e strutturarsi oltre quelle.

Per tutte queste considerazioni riteniamo di rivolgerci all’insieme di Unione Popolare, chiedendo uno sforzo vero per riguadagnare tempestivamente una capacità di intervento in grado di mandare segnali positivi alle tante e tanti militanti che si aspettano un salto di qualità.

Sono le donne e gli uomini che Unione Popolare la fanno vivere giorno per giorno, che hanno raccolto firme sulle leggi di iniziativa popolare per il salario minimo a 10 euro e per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, che proprio non intendono assistere a una rappresentazione problematica e passivizzante.

Rilanciare un negoziato per una lista della pace sulla base di pari dignità fra tutte le forze, perseguire la costruzione unitaria a partire da una trattativa vera, in cui le proposte di Unione Popolare vengano ascoltate e fatte valere. Il tempo è ora.

*** primi firmari e prime firmatarie: Francesca Frediani, consigliera regionale del Piemonte Unione Popolare, Domenico Finiguerra, Coordinamento nazionale UP, Saverio Ferrari, ricercatore storico, fondatore Osservatorio democratico sulle nuove destre, Alessandra De Rossi, coordinamento UP Torino, Valentina Tedesco, UP Milano e provincia, Iaia Piumatti, attivista comitati NO Pedemontana. Seguono 300 firme.

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