Si chiama Greci per la Patria ed è una delle reincarnazioni di Alba Dorata, dissolta in quanto «organizzazione criminale». La dirige dalla sua cella in carcere Elias Kassidiaris ex numero due di Alba Dorata, che ha già annunciato l’intenzione di presentare la sua formazione alle prossime elezioni. Secondo i sondaggi greci (scarsamente affidabili) il partitino di Kassidiaris potrebbe ampiamente raggiungere il 3% dei voti e garantirsi l’ingresso in Parlamento.
Il ritorno dei nazisti preoccupa fortemente il premier Kyriakos Mitsotakis. Non perché sono nazisti impenitenti, criminali e assassini. Mitsotakis ha ottimi rapporti con l’estremismo di destra e ha accolto nel suo partito Nuova Democrazia parecchi rottami di vecchie formazioni di estrema destra, alcuni dei quali hanno anche un dicastero. Un nome per tutti: il ministro della salute Thanos Plevris figlio di Kostas Plevris, l’uomo dei colonnelli in Italia all’epoca dello stragismo.

IL PROBLEMA di Mitsotakis quindi non è politico ma strettamente elettorale: quel 3% può rivelarsi fatale per le sue aspirazioni di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento. Ecco quindi la soluzione probabilmente escogitata dalle decine di consiglieri statunitensi che circondano il premier: una legge ad hoc che impedisce a gruppi fascisti e nazisti di presentarsi alle elezioni. L’idea è piaciuta anche ai partiti dell’opposizione. Syriza ha anche presentato un suo progetto apertamente ispirato alla Costituzione italiana. Ma non è servito. Giovedì il governo ha presentato a sorpresa il suo progetto legge, il quale è stato letto e approvato in tutta fretta, con l’unico sostegno dei socialisti del Pasok.

LA NUOVA LEGGE, che formalmente avrebbe dovuto bloccare i residui di Alba Dorata, ignora del tutto il fascismo e il nazismo. L’unico impedimento previsto è che «l’effettivo leader non sia stato condannato per il reato di partecipazione in un’organizzazione criminale oppure per altri reati per i quali sia previsto l’ergastolo». Grande reticenza e poche novità visto che già nel 2013 era stata approvata una legge che vietava a organizzazioni «criminali» e «terroriste» di presentarsi alle elezioni. Non contento però Mitsotakis ha voluto anche aggiungere che i partiti ammessi alle elezioni debbano «nella loro azione e organizzazione servire il libero funzionamento del regime democratico». Una aggiunta apparentemente banale e scontata ma ricopiata dalla legge del 1948 che, in piena guerra civile, metteva fuori legge il Partito Comunista di Grecia (Kke), tornato poi alla legalità solo nel 1974. E già in questi giorni alcuni esponenti della destra di Nuova Democrazia chiedono apertamente di impedire ai comunisti di partecipare alle elezioni.
L’ennesima obbrobriosa legge di Mitsotakis non è stata votata dal Kke, da Diem25 di Varoufakis e dal partito di estrema destra Soluzione Ellenica. Syriza si è astenuto.