Stop al piano Ruanda. Il progetto voluto due anni fa dall’allora premier Boris Johnson per trasferire nel paese africano i migranti entrati illegalmente nel Regno unito verrà cancellato, ma al suo posto Keir Starmer non pensa affatto di avviare politiche di accoglienza per i disperati che ogni giorno – e in numero sempre maggiore – rischiano la vita attraversando la Manica.

Anzi, pur di fermare i barchini che salpano dalla Francia il nuovo premier laburista è pronto a dar vita a un Border Security Command, una nuova forza di frontiera della quale faranno parte centinaia di investigatori e che potrà contare sulla collaborazione dei servizi segreti, sfruttando per di più i poteri offerti dalle norme anti-terrorismo che verranno impiegati – ha promesso Starmer – per fermare i trafficanti di uomini.

Il tutto finanziato con i fondi stanziati dal precedente governo conservatore proprio per il tanto contestato e mai attuato piano Ruanda, soldi che secondo alcune stime ammontano a 300 milioni di sterline.

«Change», il cambiamento promesso in campagna elettorale da Starmer e che gli ha permesso di arrivare fino al numero 10 di Downing Street, non riguarderà un dossier spinoso come quello sull’immigrazione, da anni nervo scoperto della politica (e dell’opinione pubblica ) inglese.

Ieri il neo premier ha confermato di voler cancellare il piano, che ha definito «morto e sepolto» ma non per le critiche mosse in passato dall’Onu, da numerose ong e perfino dagli arcivescovi di Canterbury e York, due dei vertici più autorevoli della Chiesa d’Inghilterra, che lo hanno definito «immorale».

No, più pragmaticamente, dietro la cancellazione c’è la constatazione che la minaccia di deportarli in Africa non ha tenuto i migranti lontani dal Regno. «Non è mai stato un deterrente – ha detto – e non sono disposto a continuare con espedienti ce non servono a scoraggiare nessuno. Qualcuno dia un’occhiata al numero di migranti che abbiamo ricevuto dall’inizio dell’anno. Un record», ha concluso.

I numeri che spaventano il premier fanno contare in 10.700 i migranti sbarcati nei primi cinque mesi dell’anno. Le statistiche ricordano anche che sono almeno 14 quelli che hanno perso la vita attraversando la Manica, cifra che fa salire a oltre 200 i migranti annegati nel tratto di mare che separa la Francia dal Regno unito.

Il compito di gestire il dossier migranti spetterà al nuovo ministro dell’Interno, la 55 enne Yvette Cooper già titolare dello stesso incarico nel governo ombra del Labour.

L’obiettivo è quello di garantire la sicurezza dei confini del Regno, una promessa mancata dai Tory secondo Starmer, attraverso una nuova unità di frontiera, il già citato Border Security Command che avrà il compito di contrastare le bande criminali che organizzano la traversata della Manica.

Stando a quanto anticipato da Starmer in campagna elettorale, dell’unità faranno parte «centinaia di investigatori specializzati» affiancati da personale della National Crime Agency, delle Border Force, del Crown Prosecution Service e del MI5, i servizi inglesi. Tutti dovranno lavorare in collaborazione con altri paesi, in particolare dell’Unione europea.

Unica, per ora, nota positiva, è la promessa di riprendere l’esame delle domande di asilo presentate da quanti sono riusciti ad arrivare in Gran Bretagna, promessa che però il premier ha accompagnato con l’impegno di stilare una nuova lista di paesi sicuri dove poter rimpatriare i migranti.